Il Palazzo Pretorio noto anche come Palazzo delle Aquile o Palazzo di Città, risale al 1470.
Fatto edificare dal pretore Pietro Speciale e sotto la guida di Giacomo Benfante racchiude in se diversi stili architettonici, causate delle varie trasformazioni urbanistiche che modificarono il volto di questa zona di Palermo.
Il suo ingresso principale si trova nel sito urbano più suggestivo e rappresentativo di Palermo, a Piazza Pretoria, sede dell’omonima e bellissima fontana, un’altro ingresso lo troviamo sul piano San Cataldo.
Intorno al 1553 fu ampliato e fu rifatta la facciata su piazza Pretoria, tra il 1615 e il 1617 fu nuovamente sistemato da Mariano Smiriglio e infine, in occasione del restauro, avvenuto nel 1875, ad opera dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, gli furono tolte le parti barocche e gli fu dato questo colore giallo ocra, che tutt’oggi vediamo, assumendo così uno stile neoclassico.
L’edificio ha forma rettangolare, con cortile centrale. Oltrepassando il portone d’ingresso e girando le spalle possiamo ammirare un ricco portale barocco e davanti a noi un maestoso cortile. Qui troviamo affreschi e statue, tra le quali, una coppia di coniugi, rappresentanti Palermo e Roma che si stringono la mano e nella parete orientale dell’atrio la statua del grande poeta dialettale palermitano Giovanni Meli.
Questo cortile, con colonne che reggono un ballatoio, dove si affacciano le sale nobili, una volta era a cielo aperto ma fu in seguito coperto con una struttura in ferro battuto e vetro per dare luminosità all’ambiente. E’ collegato al piano nobile, grazie ad un imponente scalinata a tre rampe, alla cui sinistra è posta una delle statue raffiguranti il Genio di Palermo, nume della città, attribuita a Domenico Gagini, posto sopra una piccola conca e sul cui bordo è inciso: Panormus conca aurea suos devorat alienos nutrit (Palermo conca d’oro divora i suoi e nutre gli stranieri). La Conca è un riferimento alla pianura, la “Conca d’oro” in cui sorge Palermo.
Il Genio è emblema e nume tutelare della città o “genuis loci” entità naturale e soprannaturale che insieme a Santa Rosalia, la “Santuzza” è posto a protezione della nostra Palermo.
A Santa Rosalia è dedicata una cappella, in stile barocco, che si trova al piano nobile, proprio nella stanza che precede la stanza del Sindaco. All’interno di essa in una nicchia, sopra la settecentesca tela della Vergine, c’è la Santuzza opera dello scultore Cosmo Sorgi.
Il palazzo è ricco di numerose opere d’arte, quadri e sculture di artisti siciliani della fine del sec. XIX e dei primi del XX
Al piano nobile, si trovano i saloni di rappresentanza: la Sala dei Bassorilievi; la Sala dei Gonfaloni o degli Stemmi; la “Sala Rossa” realizzata da Almeyda, dal colore acceso dei suoi arredi, rossi, e dove si trova lo studio del sindaco; la “Sala Gialla”, denominata così per il broccato color oro della tappezzeria e dove si riunisce la Giunta Comunale; la “Sala delle Lapidi” dove si riunisce il Consiglio Comunale, chiamata così per via delle numerose iscrizioni marmoree poste alle pareti; la Sala Garibaldi nelle cui pareti vi sono lastre di marmo con stralci dei discorsi di Garibaldi.
In cima al Palazzo, sopra l’aquila imperiale, simbolo di Palermo, ecco la statua raffigurante la nostra indiscussa patrona: Santa Rosalia, la “Santuzza” come viene affettuosamente chiamata dai palermitani, realizzata da Carlo D’Aprile nel 1661, che dovrebbe vigilare su Palermo e guidare coloro che ci amministrano e ci rappresentano. Ogni anno per il ‘Festino’ si svolge una funzione religiosa a Palazzo Pretorio, seguito da un omaggio floreale dei Vigili del Fuoco accompagnato da rulli di tamburi dedicati alla Santa.
Al centro della facciata si trova un orologio che rintocca ogni 15 minuti e ai due lati del quadrante vi sono due grifoni, animali mitologici custodi del tesoro, posti a guardia delle ore quasi a voler dire a chi ci governa, di fare un buon uso del tempo a favore di Palermo.
Ai quattro angoli, sono quattro aquile in cemento, stuccate ad imitazione del marmo da Domenico Costantino, da qui il nome di “Palazzo delle aquile”.
Fontana Pretoria vista da Palazzo delle Aquile