In una calda notte d’estate del 1985, a Virginia Beach, si consumò un dramma che avrebbe segnato la vita di un uomo e scatenato un’accesa controversia internazionale. Joseph Roger O’Dell, un uomo dal passato turbolento e con precedenti penali, venne accusato di aver violentato e ucciso una giovane donna. Condannato a morte e giustiziato nel 1997, la sua storia ha suscitato un’ondata di indignazione e ha sollevato dubbi sulla sua effettiva colpevolezza. Il caso O’Dell, infatti, è costellato di incongruenze e di elementi che hanno alimentato la convinzione, in molti, che si trattasse di un errore giudiziario.
Chi era Joseph O’Dell: un’infanzia segnata e una vita ai margini
Joseph Roger O’Dell III, nato nel 1941 in una famiglia disagiata, ebbe un’infanzia difficile e una vita segnata da diversi reati, furti d’auto, risse che gli costarono lunghi periodi di detenzione. Nel 1965, durante una rissa in carcere, uccise un altro detenuto, ma la tesi della legittima difesa non fu accettata. Uscito nel 1975 commise una rapina in un supermercato in Florida, prendendo in ostaggio una donna. Dieci anni dopo, nel 1985, fu arrestato a Virginia Beach come sospettato principale per l’omicidio di Helen Schartner, aggredita, violentata e uccisa per strangolamento, all’uscita di un Night Club.
Nonostante dubbi e incongruenze nelle prove, O’Dell fu condannato a morte per omicidio di primo grado e violenza sessuale aggravata. La condanna si basava sulla compatibilità del gruppo sanguigno, sulle tracce di pneumatici e su alcune testimonianze. Nonostante si sia sempre proclamato innocente, la condanna a morte per iniezione letale fu confermata nel 1996 e infine eseguita il 23 luglio 1997.
Dubbi irrisolti e un’esecuzione controversa
Le prove a suo favore, come i risultati dei test del DNA e la confessione di un altro detenuto, non furono mai considerate sufficienti per riaprire il caso. La sua morte lasciò dubbi e perplessità sull’efficacia del sistema giudiziario americano.
La vicenda di Joseph O’Dell ha lasciato un profondo segno. La sua esecuzione ha suscitato a livello mondiale un dibattito acceso sulla pena di morte e sulla necessità di garantire un processo equo a tutti gli imputati: un simbolo della lotta contro le ingiustizie e la difesa dei diritti umani.
La mobilitazione internazionale e la sepoltura a Palermo
Il caso O’Dell suscitò un’ampia mobilitazione internazionale, con appelli alla grazia provenienti da personalità di spicco come Papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta. In Italia, la campagna per salvare la vita di O’Dell fu particolarmente intensa coinvolgendo moltissime personalità della politica e dello spettacolo. La città di Palermo, con sindaco Leoluca Orlando, in segno di solidarietà, gli conferì la cittadinanza onoraria e si propose di accoglierne le spoglie.
Per volontà di O’Dell stesso e della moglie il 1º agosto 1997 il corpo venne trasferito proprio a Palermo e sepolto nel cimitero di Santa Maria di Gesù. La sua tomba si trova nel piazzale antistante la chiesa, proprio vicino agli scalini d’ingresso.
È stato giusto accogliere a Palermo la salma di un criminale?
La scelta di seppellire O’Dell a Palermo per quanto appaia decisamente discutibile, trattandosi comunque di un criminale pluricondannato, fu a quel tempo una decisione simbolica: la città, da sempre impegnata nella lotta contro la pena di morte, offriva così un ultimo rifugio a un uomo che molti consideravano un’ingiusta vittima del sistema giudiziario.
Saverio Schirò
Per approfondimenti e fonti bibliografiche: wikipedia.org, voce Joseph O’Dell