Lo Studio Elettrofisiologico Transesofageo è un esame che rientra tra gli accertamenti diagnostici che vengono eseguiti in caso di sospetta o accertata aritmia (alterazione del normale ritmo cardiaco) che a volte procura palpitazioni, dolore toracico, svenimenti, scompenso cardiaco fino a rischi più gravi per l’integrità fisica.
Cosa è una aritmia cardiaca?
Le aritmie cardiache sono alterazioni del ritmo cardiaco che possono essere causate da diversi meccanismi e localizzate in diverse sedi dentro il cuore. Possono essere provocate dalla presenza di una via elettrica anomala, di un cortocircuito elettrico delle cellule cardiache o da un gruppo di cellule cardiache (un focolaio) che scarica impulsi ad alta frequenza o impulsi disorganizzati che fanno contrarre il cuore in maniera rapida ed irregolare.
A cosa serve lo Studio Elettrofisiologico Transesofageo?

Lo Studio Elettrofisiologico trans-esofageo serve per identificare l’aritmia cardiaca e il meccanismo che la fa innescare. Fare una corretta diagnosi del meccanismo dell’aritmia rappresenta il punto di partenza per un trattamento efficace.
In base al risultato dello studio elettrofisiologico si possono verificare diverse condizioni:
1) non viene rilevata alcuna aritmia; è possibile quindi che i sintomi avvertiti non siano legati a problemi che risiedono nel sistema elettrico del cuore.
2) È rilevata una aritmia che potrà essere trattata con terapia farmacologica.
3) Viene rilevata una aritmia che potrà essere eliminata tramite ablazione trans-catetere da effettuare in una diversa seduta.
Come si esegue lo Studio Elettrofisiologico transesofageo

L’esame viene effettuato, sotto continuo controllo elettrocardiografico, in una sala adeguatamente attrezzata (Laboratorio di Elettrofisiologia), da un cardiologo esperto in elettrofisiologia coadiuvato dal personale infermieristico specializzato.
Non è necessario essere ricoverati se non in regime di Day Hospital. Bisogna ricordare di rimanere digiuni prima dell’esame!
Lo studio elettrofisiologico transesofageo si esegue introducendo un particolare sondino morbido (elettrocatetere) attraverso una narice o attraverso la bocca sino al canale alimentare (esofago) in modo da far giungere la sua estremità in stretta prossimità del cuore.
Si esegue normalmente senza anestesia, se necessario spruzzando nel naso un anestetico locale o nel caso di bambini, somministrando un sedativo endovena o in maschera facciale.
In questo modo, attraverso il piccolo sondino collegato ad un apprecchio apposito, si può registrare l’elettrocardiogramma, l’atriogramma e il ventricologramma esofageo, provando ad innescare aritmie sopraventricolari per mezzo di piccoli impulsi elettrici erogati dentro il cuore. Se l’aritmia viene provocata, si può in questo modo studiare in dettaglio.
Durante lo studio, a scopo diagnostico, si potrà rendere necessario l’infusione endovenosa di farmaci che stimolino l’insorgere delle aritmie.
Lo studio in media dura circa 20 min.
Dopo la procedura è necessario rimanere 1 o 2 ore in osservazione, dopo di che si può essere dimessi anche in giornata, salvo altra indicazione.
Rischi e complicanze nello Studio Elettrofisiologico Transesofageo
La procedura è generalmente del tutto innocua, tuttavia può essere fastidiosa sia nella fase di introduzione del catetere che in quella della stimolazione cardiaca. Inoltre, l’eventuale induzione di aritmie può comportare difficoltà di respirazione, dolore toracico o senso di mancamento fino alla perdita di coscienza. Ma davvero raramente.
In alcuni casi, le aritmie indotte necessitano di interventi farmacologici o di cardioversione elettrica transtoracica. Lievi traumi o ustioni esofagee, seppur rare, sono possibili.
Saverio Schirò
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