Santiago de Compostela è una bellissima cittadina a nord ovest della Spagna, precisamente in Galizia. Città famosa per il “Camino di Santiago” un pellegrinaggio molto antico, forse il più antico.
All’interno della sua cattedrale c’è il mausoleo con i resti dell’apostolo Giacomo il maggiore. La città in passato è stata distrutta dai mori che non demolirono la cattedrale ma portarono via le porte e le campane. Le porte per adornare la moschea di Cordoba e le campane furono usate come bracieri.
Ma c’è qualcosa che gli arabi non ebbero l’ardire di fare: la tomba dell’apostolo non fu profanata, non fu toccata per rispetto dei pellegrini che già allora affollavano le vie di Santiago.
Circa duecento anni dopo i cristiani liberarono la Spagna dai mori e riportarono le porte e le campane al loro posto a Santiago.
La città di Santiago oggi la si può raggiungere come si vuole, in autobus, in treno o attraverso le tante compagnie aree low cost che vi fanno scalo.
Ma il sistema migliore per raggiungere Santiago è andarci a piedi
Ogni anno migliaia di persone si recano a Santiago, partendo da diverse località.
Da Irun parte il cammino del nord che si snoda per circa 800 chilometri lungo la costa appunto del nord.
Da Oviedo inizia il cammino primitivo detto il cammino dell’anima lungo circa 350 chilometri, Il mio primo cammino.
Da Saint Jean pied de Port in Francia inizia il cammino francese, anche questo di circa 8oo chilometri, il mio secondo cammino.
Da Samport in Francia inizia il cammino Aragonese ma a Puente la Reina si unisce con quello francese.
Da Ferrol inizia il cammino Inglese, il più breve di tutti circa 140 chilometri.
Da Lisbona parte il cammino Portoghese di circa 750 chilometri.
Da Siviglia parte la via De la Plata di circa 1100 chilometri.
Ma da tradizione ancora oggi rispettata, bisogna finire il cammino oltre Santiago, fino a Finisterre o Muxia ovvero sulle sponde dell’oceano dove non si può più camminare, dove finisce la terra, dove si può raccogliere una conchiglia, simbolo del cammino fatto, e attaccarla allo zaino.
C’è una sola controindicazione, la Santiaghite, malattia che colpisce chi fa il cammino: si diventa cammino dipendenti, si vuole sempre ritornare su quei sentieri in mezzo ai boschi, nelle grandi distese solitarie delle mesetas, nelle lunghe salite che sembra si inerpicano fino al cielo, nelle piccole cappellette votive, stupende nella loro semplicità, umili fino all’incredibile, ma che a vederle ti viene voglia di una preghiera. E ancora, le grandi cattedrali, Burgos, Leon, Astorga, Oviedo: i grandi castelli, due per tutti il castello dei templari di Ponferrada e il castello di Vilafranca del Bierzo.
Lungo i vari sentieri, si attraversano tantissimi ponti, quasi tutti romani, che chissà come fanno a stare ancora in piedi, villaggi di pochi abitanti, grandi città.
Ovunque trovi dove poter dormire: ci sono gli albergues, delle strutture adatte ad accogliere i pellegrini, dove offrono per pochi euro (in media 5) un alloggio dove spesso c’è la cucina, con “lavadora e esicatora”.
Mangiare durante il cammino di Santiago
Per mangiare non ci sono problemi: in tutti i bar, ristoranti, osterie, di qualsiasi livello, si trova il menù del pellegrino, un pasto completo: primo, secondo, pane, bibita, frutta, dessert. Il costo varia da 8 a 15 euro.
Ma ci si può sempre arrangiare, cucinando nell’albergue o con boccadillos e cerveza (panini imbotti e birra). Nulla però secondo me è meglio della condivisone, organizzare con gli altri pellegrini una cena comunitaria: ognuno prepara una specialità del proprio paese per poi finire la serata raccontandosi le proprie esperienze, le proprie motivazioni, le aspettative che si spera trovare.
Il mattino seguente riprendi il tuo cammino come vuoi, da solo o in compagnia.
La cosa sorprendente è come riesci a comunicare con gente che viene da tutti i continenti, che parla lingue diverse. Basta guardarsi e ci si capisce, forse perché siamo tutti dalla stessa parte, tutti remano nella stessa direzione, tutti hanno una mano tesa, un sorriso, un gesto solidale, una parola di conforto. Quando nei momenti più difficili trovi per terra la scritta “ANIMO!” scritta con fiori o rami, ti passa la stanchezza e ti senti bene, provi una sensazione strana che forse, poco conosci. Ti senti vivo, ti senti di appartenere a un mondo diverso, un mondo dove ti basta uno zaino con poche cose, due tre magliette un pantalone lungo, uno corto, due mutande, due calzini, un asciugamano, una giacca a vento. Piccole cose essenziali, ben lontani dall’eccesso del nostro quotidiano.
Quando arrivi a Santiago…
Ma alla fine quando nell’officina del pellegrino a Santiago mostri la tua credenziale, timbrata (sello) in ogni posto dove hai pernottato e ti danno la Compostela che suggella il tuo cammino, senti la necessità di andare alla tua messa, la messa del pellegrino e per il pellegrino; e quando il Botafumeiro ti sibila sulla testa lasciando nell’aria la dolce fragranza dell’incenso, ti senti felice.
Sì, sei felice e lo capisci quando, e con che spensieratezza! riprendi a camminare verso Muxia per poi raggiungere Finisterre davanti all’oceano, dove brucerai un capo di vestiario che hai usato per il cammino, mentre il sole tramonta sull’oceano regalandoti uno spettacolo meraviglioso che ti fa sentire in pace con te stesso.
Ma da lì a poco, tornando al tuo quotidiano prenderai coscienza che il cammino è il cammino, ma che il quotidiano è un’altra cosa, e non ti chiedi dove sia meglio vivere, perché lo sai. Forse è per questo che chi fa il cammino appena può ritorna sulla via per Santiago dove si è raminghi nella propria esistenza.
Vito Schirò
INFORMAZIONI UTILI
COSA PORTARE DURANTE IL TRAGITTO?
Lo zaino deve essere il più leggero possibile, non oltre i 7/8 chili.
Potremmo metterci dentro: due magliette, tre slip, un paio di pantaloni corti, un pantalone lungo, tre paia di calze, una felpa in pile, una giacca antivento, un cappello, un poncho, spazzolino da denti, dentifricio da viaggio, una saponetta, un rotolo di carta igienica, del detersivo per bucato, una tovaglia grande in micro fibra, un po’ di cordino, delle mollette per la biancheria, un coltellino. Sacco a pelo leggero, materassino, Borraccia, ciabatte o sandali in gomma, un set per medicazioni, ago e filo, qualche spilla da balia, e senza dimenticare la tessera sanitaria.
Le scarpe sono fondamentali: io consiglio, scarpe di qualità, tipo da trekking leggere, e che siano molto rodate, cioè vanno provate e usate a lungo prima del viaggio per abituare il piede alla calzatura.
Io porto sempre con me, il Vangelo, un quaderno per appunti, una penna.
Il bastone, indispensabile, lo si procura per strada.
LA CREDENZIALE
La credenziale è un documento importante da avere, perché è quel documento che, timbrato ad ogni tappa, ci permette di ricevere la Compostela (documento scritto in latino che attesta l’avvenuto pellegrinaggio). La credenziale la si richiede nelle officine del pellegrino della tappa di partenza, ma non sempre si trova; sarebbe meglio averla prima, per farla timbrare dal parroco della chiesa di appartenenza.
in Sicilia ci si può rivolgere a Massimo Porta di Caltagirone ( mporta@efalcatania.it)
In Italia può essere richiesta alla Confraternita di San Jacopo di Compostella, Via del Verzano 49 – 06123 PERUGIA – tel 075.5736381 fax 075.5854607 – http://www.confraternitadisanjacopo.it/
Se vuoi altre informazioni puoi partecipare al gruppo facebook Da Palermo a Santiago
Buon Cammino
ottimo, totalmente rispondente allo spirito del cammino.
non trovo il gruppo Da Palermo a Santiago su facebook, si può avere qualche ulteriore informazione sul gruppo .
Grazie, saluti Pippo
Salve! Il gruppo esiste: Associazione Amici del cammino di Santiago (Palermo) ecco il contatto facebook https://www.facebook.com/groups/262476383916892/