In questo periodo, (così come già l’anno scorso) vedo molto spesso sui Social pubblicizzare cammini e percorsi di svariata natura, ma tutti hanno un comune denominatore il paragone con il cammino di Santiago. Magna via Francigena, Itinerarium Rosaliae, i più pubblicizzati.
Tutte queste pubblicazioni sono a dir poco fantasiose, perché non corrispondono a ciò che viene pubblicizzato: percorsi tracciati male, segnaletica approssimativa, difficoltà nel reperire luoghi per pernottare, luoghi di ristoro quasi inesistenti, e dove ci sono, sono a prezzi non proprio per “pellegrini“. Si sta tentando in parole povere di fare incrementare il turismo pellegrino qui da noi in Sicilia, e non dico che ciò sia una brutta cosa, tuttavia non mi sembra il modo migliore di farlo per svariati e ovvi motivi.
Il pubblicare foto con paesaggi accattivanti, articoli che invitano alla degustazione e acquisto di prodotti locali, feste e sagre paesane e quant’altro andrebbe anche bene, ma se viene un pellegrino invogliato da tutto questo, arrivato in Sicilia che fa? Dove va? Qual’è la struttura che lo accoglie? A chi si rivolge?
Nei Cammini in Spagna, ogni singolo paesino o grande città sono dotati di luoghi adatti alla ricezione dei pellegrini, con costi che si aggirano sui 5/6 euro. Lungo i cammini spagnoli, ci sono strutture ogni 2 km circa ed una segnaletica sistematica e capillare: in pratica impossibile sbagliare o tanto meno perdersi.
Io con altri tre pellegrini esperti in cammini, lo scorso anno abbiamo fatto il cammino di santa Rosalia “Itinerarium Rosaliae”, qui in Sicilia, e abbiamo constatato di persona le difficoltà su citate, perdendoci per ben due volte a causa della segnaletica. Lo abbiamo fatto presente anche alle autorità competenti, abbiamo ricevuto tante belle parole ma nulla più: nel percorso da lì ad oggi non è cambiato nulla, anzi a dire il vero è peggiorato a causa dei vandali che hanno divelto parte della segnaletica.
Intanto si continuano a pubblicizzare i cammini, ma stavolta hanno organizzato cammini di gruppo, cioè un gruppo di pellegrini che guidati da guide (conoscitori) del territorio, fanno da guida nei vari sentieri, chiaramente tutto ciò ha un costo: 50/60 euro a tappa!
Io penso che un qualsivoglia cammino pellegrino o trekking prima di essere pubblicizzato debba essere ben segnalato, strutturato, reso fruibile a tutti, avere una struttura capace di dare supporto non solo a gruppi ma anche e principalmente a singole persone.
I cammini li fanno i camminatori: se passa uno lascia segni, se passano dieci, fanno solchi, se passano cento, fanno cammini.
La cosa che più mi rattrista e che facendo notare tutte queste anomalie, mi si dice che non è paragonabile al cammino di Santiago. Cito il titolo di una pubblicità: “Anche noi abbiamo qui il nostro cammino di Santiago”.
A scanso di equivoci i nostri sentieri, le nostre riserve non hanno nulla da invidiare a quelli spagnoli, forse sono più belli e non solo perché nostri, ma perché sono belli. Agli amici che mi hanno contattato da paesi stranieri per chiedere informazioni sui nostri cammini, ho dovuto dire che non siamo ancora pronti a proporre la condivisione dei nostri bellissimi ma impraticabili sentieri. Forse un giorno sarà possibile: quando ci saranno uomini che hanno veramente a cuore la nostra terra.
Vito Schirò