L’esame di urine e l’urinocoltura sono due esami differenti, ma entrambi si effettuano su un campione di urina da raccogliere e inviare al laboratorio di analisi dove verrà analizzato e ci darà un referto con i risultati. Eseguire correttamente i prelievi dei campioni assicura che gli esiti siano più attendibili. Ecco a cosa bisogna prestare attenzione
Non sempre è necessario eseguire un esame di urina
Sono molte le persone che sollecitano il medico per eseguire degli esami, ad ogni occasione: non serve. In assenza di sintomi sospetti, non ha senso sottoporsi ad esami che chiamiamo “di controllo” ma che in realtà sono perfettamente inutili. Ancora di più nel caso dell’esame di urina o peggio dell’urinocoltura.
Se non ci sono patologie da controllare o una particolare condizione di salute, è meglio non eseguire alcun esame di sangue o di urina, se non è il medico che ce lo prescrive.
Perché il medico può richiedere un esame di urina o una urinocoltura?
L’esame delle urine viene richiesto dal medico come completamento di esami di sangue di routine, perché dai suoi risultati può ricevere informazioni generali sul normale funzionamento dell’apparato urinario, ma non solo.
L’esame di urine prevede:
- Una valutazione fisica: colore, odore e aspetto delle urine (limpido, opalescente, torbido…);
- Una valutazione chimica: PH e misurazione quantitativa di elementi come proteine, zucchero, sangue e altri che nella norma “non” dovrebbero essere presenti;
- Una valutazione microscopica del sedimento urinario: ricerca e numerazione di globuli bianchi, globuli rossi, cellule epiteliali o altri elementi.
L’urinocoltura, invece, viene richiesta se il medico sospetta un’infezione urinaria da batteri ed eventualmente conoscere quali antibiotici sono i più adatti per combattere quelli responsabili dell’infezione (antibiogramma). L’esame consiste nella ricerca nelle urine di batteri responsabili dell’infezione. Si esegue “coltivando” piccole quantità di urina su terreni di coltura specifici. Se si sviluppano delle colonie, i batteri isolati vengono identificati e sottoposti a saggi di sensibilità agli antibiotici più frequentemente utilizzati.
Come si esegue un esame di urina o l’urinocoltura?
Un esame di urina generico si può eseguire anche a casa con gli stick “fai da te” che si possono acquistare in farmacia. Ma ripeto: da adoperare solo quando è strettamente necessario!
Di norma, questo tipo di esami si esegue in un laboratorio analisi e in questo caso bisogna raccogliere a casa un campione da portare ad esaminare e la procedura varia a secondo del tipo di esame richiesto. In tutti i casi, occorre un apposito contenitore da acquistare in farmacia o nei supermercati che ne sono provvisti.
Nell’esame di urina semplice il contenitore non è necessario che sia sterile e non ci sono particolari attenzioni a cui badare, tranne che una buona pulizia dei genitali. Le urine si raccolgono di mattina e poi consegnate al laboratorio analisi. Mezzo barattolo è più che sufficiente.
Come raccogliere un campione di urina per l’urinocoltura
In caso di urinocoltura, invece, bisogna eseguire la raccolta del campione di urine rispettando regole ben precise per evitare che le urine vengano inquinate da germi o da altri microrganismi presenti nell’ambiente. Il contenitore deve essere sterile!
Il prelievo va effettuato preferibilmente al mattino. Nel caso in cui non fosse possibile effettuare la raccolta sulle prime urine, bisogna farlo almeno 3-6 ore dopo l’ultima volta che si è fatta la pipì.
Se si assumono antibiotici è bene sospenderli alcuni giorni prima dell’esame.
Ecco come prelevare correttamente il campione di urina
– Effettuare la pulizia dei genitali solo con sapone (evitare detergenti antisettici), risciacquare abbondantemente e asciugare con un asciugamano pulito.
– Aprire il contenitore sterile senza toccare i bordi interni e neppure la parte interna del tappo;
– Non raccogliere il primo getto di urina, ma il secondo, direttamente dentro il barattolo, fino alla metà circa;
– Chiudere ermeticamente il contenitore.
– Scrivere nell’etichetta nome e cognome, e inviarlo al laboratorio entro 2-3 ore dalla raccolta.
Se questo non è possibile, conservarlo in frigorifero fino a un massimo di 12 ore.
Casi particolari
Nei pazienti non collaboranti, o in gravi condizioni, l’urina può essere raccolta in modo sterile tramite catetere urinario. Questo tipo di procedura deve essere eseguito da personale qualificato capace di posizionare il catetere vescicale.
Lo stesso, per le persone con catetere urinario a permanenza, la raccolta deve essere effettuata da personale qualificato o un parente addestrato.
Come raccogliere l’urina nei bambini
Un capitolo a parte meriterebbe questo argomento della raccolta di un campione di urina nei bambini e nei neonati.
La prima cosa da sottolineare è che normalmente sarebbe opportuno eseguire il prelievo in ambiente ospedaliero, specialmente in caso di urinocoltura. Una raccolta eseguita senza rispettare al massimo i criteri di igiene e sterilità potrebbe rendere i risultati poco attendibili. E questo non lo vogliamo, vero?
Se il problema è relativamente superabile per un esame di urina semplice, specie nei bimbi che riescono bene o male a controllare la minzione, più difficile è eseguire una raccolta per l’urinocoltura. Vediamo quale è la procedura consigliata da chi si occupa di pediatria.
Nei bambini piccoli e nei neonati è possibile far aderire un apposito sacchetto sterile in corrispondenza della zona genitale, perfettamente pulita e asciutta. Il sacchetto ha una apertura adesiva che si può applicare intorno ai genitali dei piccoli e togliere quando si è raccolto il campione. Il sacchetto con l’urina va inserito direttamente nel barattolo sterile, secondo alcune istruzioni, ma credo che sia più funzionale versare la pipì raccolta all’interno del barattolo senza toccare i bordi e richiuso subito col tappo a vite.
Se il bambino è in grado di controllare la minzione, la raccolta delle urine può essere eseguita “al volo” nel contenitore sterile, dopo aver accuratamente lavato la zona, lasciando il bambino senza pannolino. Si può aiutare il piccolo ad urinare facendolo bere e massaggiando dolcemente il pancino a livello della vescica.
Come interpretare l’esito dell’urinocoltura
Una volta ricevuto l’esito, il risultato deve essere esibito al medico che ha richiesto l’esame.
Tanto per avere una infarinatura, ecco come leggere i risultati.
L’esito è negativo, quando non c’è presenza di crescita batteria o sono presenti a bassa concentrazione.
Oppure positivo se la carica batterica supera una certa concentrazione. In questo caso, i batteri saranno identificati, messi in coltura e sarà eseguito immediatamente un antibiogramma che consiste nel testare la sensibilità o la resistenza dei batteri presenti ai vari antibiotici.
Nel referto dell’antibiogramma sarà segnato il ceppo coltivato e i vari antibiotici adoperati: viene definito Sensibile (S) o Resistente (R) l’antibiotico che è efficace o meno sul batterio specifico.
E’ importante sapere che non sempre all’attività dimostrata “in vivo” dagli antibiotici corrisponde un’altrettanta efficacia nell’uomo, in quanto questa dipende anche dalla capacità di assorbimento del farmaco e dalla concentrazione che riesce a raggiungere nella sede di infezione. Pertanto è compito del Medico scegliere l’antibiotico più adatto tra quelli a cui il ceppo è Sensibile.
Saverio Schirò
Fonti:
- Esami di urina e urinocoltura come raccogliere il campione – Esame urine e urinocoltura: infezioni delle vie urinarie in ospedalebambinogesu.it