A Solarino, in provincia di Siracusa, esiste una tradizione legata ai Ciaràuli, degli “Incantatori di serpenti” nostrani ai quali sono attribuiti strani poteri curativi.
Come spesso accade in Sicilia, le tradizioni sacre e profane si mescolano sino a divenire indistinguibili, ed il caso dei Ciaràuli ne è un chiaro esempio. Queste figure quasi mitologiche, infatti, avevano il potere di curare morsi di serpenti e di altri animali velenosi, pronunciando una serie di ciarmi (dal latino carmen e dal francese charme, ovvero incantesimo), una serie di formule e preghiere che si tramandavano oralmente nel corso dei secoli. Tali poteri curativi erano attribuiti all’intercessione di San Paolo, che secondo la tradizione sarebbe sopravvissuto al morso di una vipera.
Sempre a San Paolo era legata la scelta dei nuovi Ciaràuli, che venivano scelti semplicemente in base al giorno di nascita, ovvero la notte del 25 Gennaio, data della conversione del Santo di Tarso. Tra questi, venivano individuati i bambini con dei segni particolari riconosciuti come predestinazioni, ad esempio una piccola escrescenza sotto la lingua, nota come “impronta del ragno” o una piccola macchia a forma di serpente sotto il braccio destro. Al compimento dei 7 anni di età, questi bambini predestinati, venivano iniziati alla conoscenza dei ciarmi, ma solo una volta l’anno, durante la consacrazione eucaristica della notte di Natale.
Così queste figure, ammantate del loro alone di mistero, partecipavano spesso alle processioni maneggiando abilmente serpenti e altri rettili, che sembravano totalmente sottomessi ed innocui al cospetto dei Ciaràuli più esperti.
Le procedure di guarigione erano altrettanto caratteristiche. Abbandonate le prime cerimonie accompagnate da musiche propiziatorie (da qui il termine κεραυλής, che in greco indica i suonatori di corno), i Ciaràuli (a digiuno) incontravano i loro pazienti per analizzarne le ferite, poi si facevano il segno della croce, bagnavano di saliva le proprie dita ed iniziavano a massaggiare la zona dolorante ripetendo i ciarmi, chiudeva la cerimonia un ultimo segno della croce. Tale procedura veniva ripetuta mattina e sera per tre giorni.
Le doti taumaturgiche, ma soprattutto la fama dei Ciaràuli, facevano sì che molti pellegrini, da ogni parte della Sicilia, si recassero a Solarino per essere curati o semplicemente per devozione verso San Paolo.
Fonti:
- Pitrè – Feste patronali nella Sicilia Orientale
- Gambino – 101 cose sulla Sicilia che non ti hanno mai raccontato
- Mongitore – La Sicilia ricercata nelle cose più memorabili
- https://it.wikipedia.org/wiki/Solarino
foto: Il Nuovo Sud