Palermo possiede un tempio della musica lirica, il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, costruito alla fine dell’Ottocento su progetto di Giovan Battista Basile e completato da Ernesto Basile, famoso re del Liberty e figlio del già citato architetto.
L’ispirazione prende le mosse dal tempio greco, ed è per questo che per la sua grandezza, per costruirlo, il comune di Palermo decise di abbattere la Chiesa ed il Monastero delle Stimmate di S. Francesco, la Chiesa e Monastero delle Vergini Teatine dell’Immacolata Concezione, la Chiesa di Santa Marta e la Chiesa di Sant’Agata di Scorruggi delle Mura che occupavano un’area di circa 25.000 metri quadrati al centro di Palermo che sorgevano nell’area interessata alla realizzazione dell’opera.
Una leggenda narra che nel corso delle demolizioni fu involontariamente profanata la tomba di una suora che, disturbata nel suo riposo eterno, volle ostacolare la costruzione del Teatro. Diverse volte, infatti, l’ombra di una suora sarebbe apparsa sul palcoscenico, tra le quinte e nei sotterranei aggirandosi irrequieta e maledicendo quel luogo. E’ per questo, narra la storia, che il teatro fu costruito in ben 23 anni e per altrettanti 23 anni rimase chiuso per restauri.
Ora il teatro è nella sua massima attività e tutti noi possiamo godere del suo antico splendore, ma permetterà la suora che tutto questo duri altri 23 anni?
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