Il Gattopardo, genesi di un capolavoro

Autore:

Categoria:

Aiutaci a far crescere la pagina con un semplice clic sul pulsante...Grazie

23,645FansLike
1,099FollowersSegui
633FollowersSegui

Il Gattopardo è oggi considerato un capolavoro della letteratura italiana e mondiale, scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa e pubblicato postumo nel 1958.

L’opera vinse il Premio Strega nel 1959 e divenne un best seller del secondo dopoguerra, ma non tutti conoscono le vicende e le peripezie che hanno portato al suo successo, dopo anni di sconfitte e rifiuti.

Scopriamole insieme.

La storia de “Il Gattopardo”

Il romanzo racconta la storia della famiglia del principe di Salina, un nobile siciliano che assiste alle trasformazioni della sua terra e della sua classe sociale durante il Risorgimento, dal crollo del Regno Borbonico all’annessione al Regno d’Italia. La celebre frase «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi», detta da Tancredi, nipote del principe, esprime ancora oggi lo spirito dei tempi, l’immobilismo di una parte della società siciliana e il disfattismo di una parte della classe politica italiana che vedeva la Sicilia come una terra senza speranza.

Quello che non tutti sanno, è che dal punto di vista editoriale, Il Gattopardo fu un romanzo sfortunato. Le sue iconiche vicende, sono oggi considerate un quadro realistico degli anni del Risorgimento, ma al tempo, venne rifiutato dalle principali case editrici italiane, tra cui Mondadori, Einaudi e Longanesi. Il manoscritto fu pubblicato da Feltrinelli solo nel 1958, un anno dopo la morte dell’autore palermitano.

La definitiva consacrazione del romanzo, avvenne poi grazie all’adattamento cinematografico del 1963, diretto da Luchino Visconti e interpretato da un meraviglioso trio di attori: Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale.

L’ispirazione per la creazione del romanzo fu la decisione di Giuseppe Tomasi di Lampedusa di narrare le vicende della sua famiglia, in particolare la storia del suo bisnonno, il principe Giulio Fabrizio Tomasi, che fu la base per il personaggio di don Fabrizio Corbera, principe di Salina.

Questi è descritto come un uomo colto, saggio e affascinante, ma incline ai vizi della carne. Il principe di Salina rappresenta lo stereotipo di una nobiltà siciliana in declino.

I Gattopardi non possono e non vogliono adattarsi alle logiche del nuovo Regno d’Italia, ad esempio quando il principe rifiuta la carica di senatore, rinunciando così di partecipare alla politica italiana. Questa è un sintomo dell’impotenza di un’intera classe sociale davanti ai cambiamenti della storia.

Dal rifiuto al capolavoro

Tra i grandi rifiuti che costellarono la storia del romanzo, vi fu quello storico dello scrittore siciliano Elio Vittorini, allora consulente editoriale per Einaudi e Mondadori. Vi sono ancora controversie sul perché il Gattopardo fu inizialmente scartato dalle note case editrici, qualcuno afferma che Vittorini non abbia effettivamente letto il romanzo al tempo, ma che il giudizio gli sia stato suggerito da alcuni suoi collaboratori che non lo ritennero all’altezza.

Qualunque sia la verità, come sappiamo Il Gattopardo alla fine vide la luce, in modo anche abbastanza rocambolesco, se vogliamo.

Dopo la morte di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sua moglie, la nota psicanalista Alexandra Wolff Stomersee, tramite un suo paziente ebbe l’opportunità di far pervenire il libro alla scrittrice Elena Croce (figlia di Benedetto Croce). Fu proprio lei ad intuirne per la prima volta il valore e a segnalare l’opera a Giorgio Bassani, da poco diventato direttore della collana di narrativa per la casa editrice Feltrinelli.

Bassani ricevette il manoscritto incompleto, ma ne comprese subito l’enorme potenziale e nel 1958 si recò personalmente a Palermo per recuperare e ricomporre il testo completo del libro.
Il romanzo tante volte rifiutato venne così pubblicato e in solo otto mesi vendette ben 250.000 copie, il primo best seller italiano a superare quota centomila.

Da lì, come sappiamo, il suo successo non ebbe fine e le vicende del principe di Salina ci sono giunte intatte, così come l’autore ce le ha volute descrivere.


Leggi anche: Villa Lampedusa ai Colli. La villa del Gattopardo
Palazzo Valguarnera Gangi

Fonti: F. Musolino – Le incredibili curiosità della Sicilia – Newton Compton Editori – Roma 2019
E. Esposito – Uno storico rifiuto. Tomasi di Lampedusa e l’editore Vittorini – rivista “Linea d’Ombra”, 1997
S. D’Ercole – Leggere tra le righe: Il Gattopardo e la vera storia del gran rifiuto di Vittorini – Lo spiegone.com
Wikipedia.org – Il Gattopardo

Foto: Davide Mauro, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons

Ti è piaciuto? Condividilo con gli amici!

Rimani aggiornato su Telegram

Samuele Schirò
Samuele Schirò
Direttore responsabile e redattore di Palermoviva. Amo Palermo per la sua storia e cultura millenaria.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ti potrebbe interessare anche...

Pasta con le Sarde a Mare

La Pasta con le Sarde a Mare è un primo piatto della tradizione siciliana, un piatto povero, contadino, che somiglia per aspetto  alla famosa "Pasta...

Gamberoni al forno

Un secondo piatto profumato, gustoso ed estremamente facile da realizzare che lascia contenti anche chi vuole mangiare  light!  Perfetti da gustare in ogni occasione...

Chiesa del Carmine: dentro il cuore di Ballarò

Quante volte, da ragazzo, sono passato davanti al portone della chiesa del Carmine senza accorgermi della sua esistenza? Gli anni della prima adolescenza, quando...

Il carcere delle Benedettine (già Ritiro delle Zingare)

Quante volte i palermitani sono passati davanti a quel massiccio edifico fatiscente di fronte a San Giovanni degli Eremiti? Lo chiamavamo Carcere delle Benedettine...

Il Teatro Massimo di Palermo

Il Teatro Massimo di Palermo, intitolato a Vittorio Emanuele II, è il più grande in Italia e il terzo in Europa, dopo l’Opéra di...

Le statue della chiesa di Santa Caterina

La  Chiesa  di  Santa  Caterina  d’Alessandria  di  Piazza  Bellini  è  annessa  all’omonimo Monastero di  Clausura dell’Ordine  Domenicano ed è uno dei monumenti più significativi...