Il Gelato di Campagna è un dolce tipico della tradizione siciliana, si trova nelle bancarelle di tutti i paesi, durante le feste del folkore locale, mentre a Palermo viene consumato soprattutto nel periodo del Festino di Santa Rosalia.
Durante il Festino, la grande festa per i palermitani che venerano la Santuzza, fede e tradizione si mescolano e i profumi inebriano l’aria di sapori sempre presenti, ma mai intensi e miscelati insieme come in questi giorni di festa.
Bancarelle coloratissime, una accanto all’altra, ognuna con la sua specialità, il pane con la milza, i babbaluci, le angurie rosse tagliate a fette pronte per essere addentate, bancarelle coi frutti di mare e un polpo che ormai stanco ha provato invano un ultimo tentativo di fuga.
Bancarelle coloratissime, una accanto all’altra, ognuna con la sua specialità, il pane con la milza, i babbaluci, le angurie rosse tagliate a fette pronte per essere addentate, bancarelle coi frutti di mare e un polpo che ormai stanco ha provato invano un ultimo tentativo di fuga.
La gente si è goduto il “passio” e intanto non ha perso l’occasione di “tastari” strada facendo un po’ di tutto: un panino con le panelle, o con la melanzana fritta o per chi è “forte di stomaco”, un po’ di frittola” e due “stigghiola”, insomma il classico street food del capoluogo.
Quello che sicuramente non è mancato fra le mani di un buon palermitano, è invece il classico “coppo” con la calia e semenza, diversivo irrinunciabile per chi non sa come “passari u’ tempu” in attesa dei fuochi d’artificio. E nell’andirivieni della gente, nella confusione di sguardi, sorrisi e occhi che si incontrano, illuminati da archi di luce disegnati nel cielo nero, fra i palloncini colorati e dalle forme svariate legati a gruppi, da cui di tanto in tanto qualcuno ha spiccato il volo verso la libertà infinita, su questo e su molto altro ancora di questa festa che prende sempre il cuore dei palermitani, l’odore dello zucchero filato e del torrone, l’odore della festa!

A dargli l’appellativo di “gelato” è stato forse il fatto che, come il gelato, appunto, questo torrone tenero si scioglie in bocca. In realtà ciò avviene perché il suo ingrediente principale è lo zucchero.
Di origine araba, inizialmente veniva preparato a forma di mezzaluna, un simbolo magico nella cultura araba che venerava la natura ed in particolare la luna crescente. Acquisito dai monasteri, e riprodotto anche in forma quadrata, in seguito si diffuse nel 1860 per celebrare l’arrivo di Garibaldi e l’annessione all’Italia, colorandosi di rosso, bianco e verde, i colori della bandiera italiana.
Malgrado il modo di preparare questo dolce sia cambiato, nell’aspetto, nelle forme e nei colori, il gelato di campagna rimane un classico dell’antica arte pasticcera palermitana e se vuoi puoi farla anche tu!
INGREDIENTI
500 g zucchero
100 g mandorle macinate
100 g mandorle intere sgusciate
70 g pistacchi
cannella q.b.
frutta candita a piacere
coloranti vegetali q.b.
50 g acqua
Mettete sul fuoco un tegame con l’acqua e appena calda scioglietevi lo zucchero,fate bollire , aggiungete le mandorle macinate e quelle sgusciate, continuando a mescolare.
Unire i pistacchi e la frutta candita tagliata a pezzetti e un pizzico di cannella. Dividete il composto e coloratelo con i diversi colori vegetali, quindi sistemate le diverse parti in un unico stampo e ponete in frigo per 12 ore. Trascorso questo tempo togliete dallo stampo, tagliate a fette e servite.
L’ho sempre visto nelle bancarelle ma non ho mai avuto il coraggio di provarlo, l’aspetto no mi ha mai incoraggiato. Però forse la prossima volta faccio uno sforzo.