La terribile notizia che il condottiere e sultano Salāh al Din (Saladino) si era impossessato di Gerusalemme fu fatale per l’anziano papa Urbano III, che morì, forse di crepacuore, pochi giorni dopo, il 20 ottobre 1187.
Il suo successore, Gregorio VIII, indisse una crociata alla quale si associarono ben presto i più importanti sovrani europei. Il primo, il “buon” re Guglielmo di Sicilia, dopo aver rivestito il saio della penitenza e fatto digiuno, mandò la sua flotta a pattugliare le coste della Palestina, al fine di impedire altre conquiste musulmane; scrisse poi ai suoi “colleghi” europei, offrendo loro l’appoggio logistico della Sicilia – ottimo punto di partenza per la Terra Santa – e mettendo a disposizione navi, vettovagliamenti e oro.

I re di Inghilterra e di Francia, Enrico Plantageneto e Filippo Augusto, accantonate le loro continue querelle, cominciarono i preparativi per rispondere all’invito del re di Sicilia, mentre l’imperatore Barbarossa preferì la più lunga e disagiata via di terra.
Ahimè! Un infausto destino avrebbe ben presto scombussolato questi piani: all’improvviso morirono di malattia sia il Plantageneto, sia Guglielmo di Sicilia, mentre il Barbarossa, già giunto in Turchia, annegava nell’attraversare un fiume.
Il nuovo re d’Inghilterra, Riccardo, detto Cuor di Leone, e il re di Francia Filippo Augusto, diventati improvvisamente “culo e camicia” (condividendo, a quanto si dice, letto e tavola), si imbarcarono alla volta di Messina. Filippo Augusto arrivò per primo e si installò nel Palazzo reale, mentre Riccardo si attardava a “fare un po’ di turismo” a Napoli e in Calabria.
Fu così che, sbarcati in pompa magna a Messina, il re d’Inghilterra e il suo seguito si dovettero sistemare fuori le mura: una prima mortificazione per il superbo Cuor di Leone e l’inizio di una rivalità con il re di Francia, che si sarebbe aggravata nel corso dell’inverno durante il quale le relative truppe bivaccarono nella città dello Stretto, provocando numerose liti e gravi danni.
Storie di donne, vecchie rivalità e intrighi reali
Storie di donne avrebbero contribuito a inasprire le relazioni, non solo le solite conquiste o i soliti stupri, ma problemi riguardanti l’onore di principesse di sangue reale.

Appena arrivato, Riccardo esigé di incontrare la sua sorellina Giovanna (vedova di Guglielmo), che il nuovo re, Tancredi, teneva in “residenza coatta” presso la Zisa di Palermo; ma arrivata a Messina, la giovane vedova, oggetto delle non gradite avances del re di Francia, venne ben presto rinchiusa dal geloso fratello in un freddo monastero in Calabria. Così la sfortunata Giovanna passò dalla Zisa con i suoi meravigliosi giardini ad un convento esposto alle intemperie e ai venti che soffiano attraverso lo Stretto.
Intanto, Riccardo, aggiungendo offesa a offesa, rifiutò di sposare la sua fidanzata “storica”, la sorella di Filippo, Adele di Francia. Addusse come scusa che non voleva gli “avanzi di suo padre”, giacché correva la voce che la giovane principessa fosse stata sedotta da quel disgraziato donnaiolo che era stato il defunto Enrico Plantageneto.
La rottura fu completa e Filippo lasciò Messina quando si seppe dell’arrivo di una nuova fidanzata per il re d’Inghilterra: Berengaria di Navarra, accompagnata dalla madre di Riccardo, l’instancabile Eleonora d’Aquitania, che non aveva esitato ad attraversare le Alpi d’inverno, pur di vedere suo figlio “sistemato” prima di partire per la crociata.
Non nacque nessun erede al “Cuor di Leone”, che non sembrava un marito molto assiduo: correva pure il sospetto che i suoi gusti avessero un altro orientamento!
Il disastroso esito della Crociata di Re Riccardo
La crociata, cominciata in modo così strano, ebbe un esito disastroso per Riccardo: dopo poco tempo Filippo Augusto abbandonò il suo alleato e tornò in Francia, lasciando “Cuor di Leone” con truppe insufficienti per riconquistare Gerusalemme (nonostante varie vittorie), per cui Riccardo dovette negoziare un accordo con il Saladino.
Sulla via del ritorno la nave del re d’Inghilterra naufragò: Riccardo fu fatto prigioniero e detenuto per più di un anno dall’imperatore Enrico VI, marito di Costanza d’Altavilla, pretendente al trono di Sicilia. Fu liberato contro pagamento di un immenso riscatto che lasciò le finanze dell’Inghilterra dissanguate, ma permise a Enrico VI di finanziare la sua campagna per la riconquista della Sicilia e di farsi incoronare re di Sicilia il 25 dicembre 1194, mentre Costanza a Iesi dava alla luce l’erede tanto atteso, il futuro “Stupor Mundi”, Federico II.
Liliane Juillerat
Immagini di copertina e dei crociati by Depositphotos.com
Mi complimento Liliane per l’interesse e lo studio del periodo più bello ed interessante della nostra Sicilia. Buona e veloce guarigione