Avete presente l’ammiraglio Horatio Nelson, l’eroe inglese che sconfisse la flotta di Napoleone a Trafalgar?
Questo famosissimo personaggio, presente su tutti i libri di storia, vantava un curioso titolo nobiliare: quello di Duca di Bronte.
Ma cosa c’entra il celeberrimo comandante britannico con la cittadina etnea?
Scopriamolo insieme.
Horatio Nelson e la Sicilia
Questa storia inizia nel 1789, durante la guerra tra il Regno di Napoli e la Francia. Dopo una sonora sconfitta dell’esercito napoletano contro le armate napoleoniche e con il popolo in gran fermento, re Ferdinando di Borbone e la sua corte furono costretti a fuggire frettolosamente dalla città partenopea. In loro aiuto arrivò il comandante della flotta britannica nel Mediterraneo, l’allora contrammiraglio Horatio Nelson, che organizzò la fuga dei sovrani su una delle sue navi, la Vanguard, per poi salpare alla volta di Palermo.
Il supporto dell’ufficiale inglese fu fondamentale per salvaguardare l’incolumità del re, a pochi mesi dai moti della Rivoluzione Francese che non esitarono a mettere a morte i sovrani (tra cui Maria Antonietta, sorella della regina di Napoli Maria Carolina).
Inoltre, tornato a Napoli, Nelson aveva anche presieduto al processo sommario nei confronti di uno dei capi della rivoluzione, l’ammiraglio giacobino Francesco Caracciolo, terminato con una frettolosa condanna a morte per impiccagione, eseguita quasi immediatamente sul pennone della stessa nave britannica.
Per ringraziarlo dei suoi servigi, nel 1799 re Ferdinando offrì a Nelson un titolo nobiliare e delle terre in Sicilia.
Nelson poté scegliere tra alcuni dei feudi al tempo disponibili: Bisacquino, precedentemente parte del Vescovato di Monreale, Partinico, ex proprietà della Badia di Santa Maria d’Altofonte e Bronte, un vecchio possedimento dell’Ospedale Grande e Nuovo di Palermo.
Horatio Nelson scelse proprio quest’ultimo, forse in virtù della sua passione per la mitologia greca che vedeva le pendici dell’Etna come la Terra dei Ciclopi (dunque molto azzeccato visto che anni prima l’ufficiale inglese aveva perso un occhio in battaglia).
Bronte divenne dunque una Ducea e Nelson da quel giorno poté fregiarsi del titolo di Duca di Bronte.
La Ducea di Bronte
I possedimenti concessi da re Ferdinando all’ammiraglio Nelson, comprendevano un territorio di circa 25.000 ettari, il paese di Bronte e i villaggi limitrofi, nonché il castello di Maniace (ovvero l’ex abbazia benedettina).
Per i brontesi questa non fu proprio una bella notizia. Il ritorno ad un sistema feudale da cui Bronte si era affrancata da quasi due secoli, trasformava nuovamente i contadini e liberi cittadini in vassalli del Duca, facendoli ripiombare in un anacronistico sistema di stampo medievale che li privava di molti diritti e che imponeva loro dei nuovi doveri.
Infatti a Nelson e ai suoi eredi, veniva concesso il diritto di mero et mixto imperio, ovvero il potere giudiziario, inclusa la facoltà di eseguire la condanna a morte per i reati commessi sul territorio. La ducea dava inoltre diritto ad un posto in parlamento nonché la facoltà di riscuotere oneri, gabelle e pertinenze su tutto il proprio dominio.
L’ammiraglio fu onorato di fregiarsi del titolo di Duca di Bronte, con il quale si firmò da quel momento in poi. Il suo progetto era quello di stabilirsi in Sicilia al termine della guerra, aveva anche fatto chiamare Andrea Graefer, l’esperto botanico che aveva realizzato il Giardino Inglese della Reggia di Caserta, affinché progettasse il parco della sua futura dimora.
In realtà, come sappiamo, Horatio Nelson non sopravviverà alla guerra, restando ucciso nel 1805 proprio durante la decisiva e vittoriosa Battaglia di Trafalgar.
Alla sua morte la ducea di Bronte passò in mano agli eredi, che poterono fregiarsi del titolo di duchi per i secoli successivi. Gli antichi possedimenti del feudo infatti rimasero alla famiglia Nelson fino al 1940, quando con l’entrata in guerra il governo italiano espropriò i beni inglesi e francesi sul suo territorio. La proprietà del castello di Maniace invece rimase agli eredi di Nelson addirittura fino al 1981, quando fu finalmente riacquistato dal Comune di Bronte per la considerevole cifra di quasi due miliardi di lire.
Curiosità
Uno dei grandi ammiratori di Horatio Nelson, il futuro pastore protestante irlandese Patrick Prunty (o O’Prantee), trasferitosi a Cambridge, in Inghilterra, decise di cambiare il proprio cognome in Brontë, in onore del suo grande eroe e del suo nuovo titolo nobiliare.
Le sue figlie, Anne, Charlotte ed Emily Brontë, passeranno alla storia come autrici di alcuni grandi capolavori della letteratura inglese, tra cui “Cime tempestose” e “Jane Eyre”.
Intorno al 1802, mentre Horatio Nelson si trovava a Palermo con la corte borbonica, ebbe l’occasione di incontrare il palermitano Federico Carlo Gravina, ammiraglio della Real Marina spagnola. Non potevano immaginare che il destino li avrebbe fatti rincontrare qualche anno più tardi, da avversari, nella battaglia di Trafalgar, dove entrambi avrebbero perso la vita.
Samuele Schirò
Fonti: P. Hamel – Così nacque la Ducea di Bronte concessa dal re borbone all’ammiraglio Nelson – Il Sicilia
Horatio Nelson Primo Duca di Bronte – Bronteinsieme.it
G. Palermo – Guida istruttiva per potersi conoscere… – Vol. 3
Wikipedia.org – Horatio Nelson, Abbazia di Santa Maria di Maniace