29 “Lasciare libero lo Scarrozzo”: La storia – “Andate a fare il cabaret a casa vostra”

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Capita spesso che vi siano delle serate speciali, dove tutto sembra andare bene, dove le battute vengono accentate dalle risate e dagli applausi e improvvisamente…

Partiamo dall’inizio, grazie ad un impresario di tanti anni fa, Gianni Longo, ci avevano chiamati ad una bella serata che si svolgeva a Francoforte, in provincia di Siracusa.

A presentare era il famoso Salvo La Rosa, per cui eravamo contenti e abbiamo fatto il viaggio pensando alle opportunità che potevano aprirsi in Sicilia Orientale.

Considerate che era il periodo in cui c’era ancora una certa connotazione del cabaret come caratteristica della Sicilia Occidentale in generale e di Palermo in particolare. I Travaglini, Gianni Nanfa, i Cavernicoli, Renzino Barbera, Giorgio Li Bassi e Raffaele Sabato, Giacomo Civiletti, Gino Carista che lavorava insieme al compianto Felice Calò e Caterina Salemi, Gigi Burruano, Tony Sperandeo e Giovanni Alamia, e tanti altri comici. A questi si stavano affiancando oltre noi, I Travaglini, Gianni Nanfa, i Cavernicoli, Renzino Barbera, Giorgio Li Bassi e Raffaele Sabato, Giacomo Civiletti, Gino Carista che lavorava insieme al compianto Felice Calò e Caterina Salemi, Gigi Burruano, Tony Sperandeo e Giovanni Alamia i Chiamata urbana urgente, ecc. Nella Sicilia Orientale invece brillavano gli attori di teatro dialettale come Tuccio Musimeci, Leo Gullotta, Pippo Pattavina, Gilberto Idonea, Enrico Guarneri, e tanti altri.

Per noi conoscere Salvo La Rosa era sicuramente una bella opportunità e dobbiamo dire che la serata si era messa nel migliore dei modi. Era uno spettacolo composta da tanti ospiti e noi dovevamo fare diversi interventi di cabaret. Ogni nostra performance era andata nel migliore dei modi e non nascondevamo, con una punta di orgoglio, che eravamo diventati il fiore all’occhiello della serata.

Ma dalle esperienze passate non è che questo ci aveva messo delle strane idee in testa, la nostra esperienza passata e futura, ci ha fatto capire che ogni serata ha una storia a sé. Sicuramente fare bene ti carica e ti riempie di orgoglio, ma non sempre offre i frutti sperati, nelle puntate precedenti potete verificare quante volte è successo che nonostante il successo non succede esattamente nulla. Per aggiungere qualche altro esempio non posso dimenticare quella serata a Mezzojuso quando abbiamo aperto un concerto dei Los Locos e l’impresario ci aveva detto che avremmo dovuto fare solo una mezz’oretta di spettacolo perché subito dopo sarebbero saliti sul palco le star della serata con i successi interstellari come la Macarena o Mueve la colita, avrebbero conquistato il pubblico.

Purtroppo dovevano arrivare con l’aereo e si sa che questi mezzi alle volte ritardano, bene, ci ritroviamo sul palco con l’impresario che ci comunica che avendo una mezz’oretta di ritardo, lo spettacolo doveva durare un’ora, ma tanto sarebbero arrivati a breve e senza ombra di dubbio sarebbero stati proiettati sul palco… Passa l’ora e non vediamo nessuno arrivare, ci viene data nuovamente la notizia che sicuramente fra mezz’ora sarebbero arrivati e il palco si sarebbe riempito di luce… per farla breve arrivarono dopo due ore e mezza e dobbiamo ringraziare Dio che noi a quel tempo avevamo già un repertorio che ci ha consentito di far durare uno spettacolo 5 volte il tempo previsto. Ovviamente poi arrivarono e la gente li ha accolti con grande gioia, ma le vere star della serata siamo stati noi.

Altro episodio simile è stato alla famosa festa della Madonna della Milicia e anche lì dovevamo fare d’apertura ad un gruppo famoso. Morale della favola: dal gruppo di contorno siamo risultati il gruppo portante, addirittura si era detto che il comitato avrebbe portato a cena il gruppo più importante della serata e ci siamo ritrovati improvvisamente noi invitati a questa cena con tanto di complimenti.

Ma tutto questo non ci ha fatto mai perdere la nostra idea del cabaret. Piedi per terra, opportunità di dividere un pezzo della vita con persone a cui vuoi bene e divertirci facendo divertire.

Torniamo alla nostra serata, come detto tutto procedeva alla grandissima ed ecco il fattaccio. Premesso che nei nostri spettacoli abbiamo sempre inserito (fino ad allora) una gag molto carina che chiamavamo “delle galline” dove Giuseppe faceva la parte di un contadino balbuziente con una serie di tic che onestamente facevano molto ridere. Anche in questa occasione durante l’esibizione la gente rideva a crepapelle per cui ci sembrava lo stesso risultato di sempre. Ma era in agguato un fatto che non valuti mai: si alza un tizio e dice a voce alta dal pubblico: “Andate a casa vostra a prendere in giro i poveri handicappati!” Ovviamente gelo in sala e noi con l’imbarazzo di quelli che hanno preso un ceffone senza sapere da dove era partito e soprattutto senza capirne il motivo.

Lungi da noi aver mai pensato di prendere in giro nessun handicappato e non sapevamo cosa dire.

Grazie a Dio è intervenuto immediatamente Salvo La Rosa che con la professionalità che lo distingue, insieme all’impresario, ha dovuto ribadire che il cabaret come il teatro vive di personaggi caricaturali, mai ispirati da personaggi esistenti e che spesso il piccolo difetto (la balbuzie, la zoppia, i difetti di pronuncia o i tic) vengono amplificati per suscitare l’ilarità e non per prendere in giro. Famosa la scena in Johnny Stecchino del Ministro che zoppicava, ecc.

Ovviamente la serata era compromessa e il gelo che si era creato era difficilmente recuperabile. Abbiamo poi saputo che a quanto pare il tizio era un capocomico della compagnia teatrale del luogo che era dispiaciuto del fatto che non era stato coinvolto nella kermesse e pertanto non vedeva l’ora di creare qualche problema.

Tutto questo ci ha fatto capire che comunque è meglio evitare i fraintendimenti e il pezzo delle galline è stato messo nella parte di repertorio mai più rappresentato.

Anche perché se avessi continuato a farlo avrei sentito sempre nella mia testa risuonare quella frase terribile. Hai ragione Giuseppe una vera doccia fredda!

Dovete fare come me che non faccio personaggi e nessuno mi può dire quelle cose perché interpreto me stesso. Non starei troppo a sottilizzare Giorgio

Appena la capisco mi devo offendere? Stai tranquillo non succederà così in fretta.

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Enzo Buffa
Enzo Buffa
Palermitano DOC! Da 37 anni attore di teatro e cabaret con il gruppo "Lasciare libero lo scarrozzo"... ma questo è solo il lato artistico

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