Vale la pena visitare la Noto Antica, come viene adesso chiamata, anche se sono rimasti solo pochi ruderi. Ancora di più, perché da lì parte un percorso che conduce alla meravigliosa Cava Carosello, un canyon naturale dove trascorrere una piacevole giornata seguendo il fiume Asinaro e immergendosi nei laghetti che si incontrano nel percorso fino al laghetto pensile che rende famoso questo luogo.
Noto Antica
La città barocca di Noto, come la conosciamo adesso è il frutto di una decisione sofferta da parte del senato cittadino, quando nel 1693 l’originaria città dei netini venne distrutta da un violentissimo terremoto.
La città originaria, situata sul monte Alveria, aveva origini molto antiche e passò sotto diverse dominazioni, come del resto tutta la Sicilia. Dopo i greci ed i romani che la tenevano in grande considerazione, attraversò uno dei momenti più fiorenti sotto il dominio arabo dal 864. Ben presto per la sua importanza la città divenne capovalle incrementando il già fiorente commercio. Notevole fu l’industria della seta, per i numerosi alberi di gelso del territorio e la concia del cuoio grazie alle abbondanti acque del fiume Asinaro che sorgeva nei pressi.
Nel XII secolo, il geografo arabo Muhammad al-Idrisi ne parlava in termini entusiastici:
“Ad una giornata da Siracusa è Nûṭus, rocca delle più forti ed elevate, e città delle più belle; vasta d’area, ricca di entrate, e molto importante, co’ suoi mercati disposti in bell’ordine e coi suoi palazzi torreggianti. Portano acque copiose i fiumi del suo territorio e muovono di molti molini; […] Come quella che fu abitata fin dai tempi primitivi, Noto possiede avanzi d’antichità. Giace ad otto miglia dal mare”.
Dopo gli arabi la città passò sotto la dominazione normanna e poi angioina e aragonese fino all’11 gennaio del 1693 quando il terremoto della Val di Noto la rase al suolo e la città fu ricostruita 8 km più a valle.
Oggi i ruderi affiorano tra le erbacce rendendo difficile immaginare come poteva essere la città. Vi si accede da una porta in buone condizioni da cui si intravedono le mura fortificate che la resero inespugnabile. Poche centinaia di metri e si incontra il castello con la sua torre principale, ancora riconoscibile. Lungo il percorso si intravede ciò che rimane dei palazzi signorili e delle chiese cristiane: per di più ammassi di pietre calcaree.
Per gli amanti dell’archeologia ci sarebbe molto da vedere percorrendo la via principale dell’antica città e inoltrandosi tra quelle che dovevano essere le strade laterali riconoscendo quel che rimane delle antiche costruzioni; oppure percorrendo i dintorni dove sono presenti le grotte scavate nella roccia per ottenere tombe o luoghi di culto antichissimi.
Per il percorso naturalistico, invece, il percorso sarà diverso: giunti a quella che doveva essere la piazza principale, un cartello in legno ci indica che proseguendo a destra, lungo la strada chiamata di “santa Margherita”, si raggiunge il varco per Cava Carosello.
Cava Carosello
Dalla piazza, il percorso è di qualche centinaio di metri e poi un cippo in pietra mostra l’ingresso alla cava sottostante. Per raggiungerla bisogna scendere per circa 300 metri attraverso una mulattiera ricavata nella roccia. Il paesaggio è suggestivo e ripaga della fatica: il canyon sottostante si apre fra pareti a picco che serpeggiano secondo il corso del fiume.
Giunti in basso, il paesaggio cambia improvvisamente e si è immersi nella natura boscosa e fresca che costeggia il corso d’acqua che in estate è ridotto a poco più di un ruscello. Ma già un laghetto naturale formato dalla conformazione del terreno cattura l’attenzione e invita ad un primo bagno. L’acqua è piuttosto fredda, ma nel periodo estivo il refrigerio dopo il caldo della discesa toglie ogni indugio.
In questo punto, le due pareti rocciose distano solo poche decine di metri una dall’altra rendendo il luogo ancora più affascinante. Prima di proseguire il corso del fiume, è opportuno risalire per qualche metro e notare che da entrambi i lati dello stretto passaggio, sono visibili delle aperture naturali alla base delle pareti. Entrando all’interno ci troviamo nelle antiche concerie di origine medievale, esistenti dal tempo degli arabi. Sono visibili le antiche vasche, tonde o rettangolari, dove veniva incanalata l’acqua del fiume e le pelli ed i cuoiami venivano tenute a mollo, lavorate e poi colorate. Ed è commovente immaginare in quali condizioni povere e difficili dovevano lavorare tutti questi operai: luoghi angusti, bui e umidi…
Procedendo verso sinistra si segue il corso del fiume. Un percorso davvero piacevole e piuttosto facile, tra le libellule nere che svolazzano da un rametto ad un altro e le farfalle multicolori che sembrano accompagnarci. Nel tragitto, non è raro imbattersi in qualche bianco granchio di fiume che si annida tra le pietre dentro l’acqua o nelle ranocchie verdi che gracidano nelle pozze.
Dopo qualche salto tra una sponda ed un’altra si giunge all’attrazione principale del luogo: il laghetto pensile che rende famosa la cava Carosello: u ruvu tunnu, com’è chiamato dalla gente del luogo. Si tratta di una vasca naturale tondeggiante di meno di una decina di metri di diametro, scavata dall’acqua nel corso dei millenni.
La roccia circostante è levigata dal tempo e sporge su un dirupo di oltre 40 metri dove il fiume precipita giù in basso. Bisogna dunque fare attenzione a non avvicinarsi troppo al pericoloso precipizio!
Un bel bagno nelle verdi fresche acque, un po’ di sole e poi un momento di refrigerio sotto un fico secolare che cresce proprio al margine del laghetto.
A questo punto, dopo essersi rifocillati con un panino e un po’ di frutta, si può ripercorre il tragitto al contrario e raggiungere l’auto fuori dalle mura della città antica.
Difficoltà e info utili
Durata dell’escursione circa 5 ore, tutto compreso. Utile indossare scarpe da tennis o da trekking e un berretto per il sole, costume e tovaglia, se si va in estate. E mi raccomando: acqua da bere!
L’escursione è adatta ai bambini disposti a camminare, ma bisogna tenere presente che la risalita dura circa un’ora, ed è piuttosto impegnativa, anche viene se fatta con calma e qualche pausa per riprendere fiato.
Come raggiungere Noto Antica e Cava Carosello
Esistono altri percorsi, possibilmente più agevoli ma più lunghi e sicuramente meno suggestivi. A voi la scelta!
Saverio Schirò