Uno degli antichi Sollazzi Regi dei re normanni in Sicilia, situato nel quartiere Altarello di Baida, è il castello dell’Uscibene. Un palazzo “reale” di cui non si hanno fonti storiche che consentano di datare con certezza la sua origine, ma che, insieme a quello di Maredolce, del Parco (oggi Altofonte), la Cuba Sottana, la Cuba Soprana, la Piccola Cuba e la Zisa, costituivano i sollazzi o “palazzi di piacere”, residenze reali destinate allo svago e al riposo specie nei periodi più caldi. Per questo erano costruiti nella Piana di Palermo, attorniati di giardini rigogliosi, e acque che rendevano più piacevole la residenza.
Da un’analisi stilistica, si presume che l’edificio appartenga al regno di Ruggero II (XII sec.) dal momento che non vi è alcuna documentazione che testimoni che il palazzo esistesse già nel periodo islamico.
Oggi l’Uscibene è caratterizzato da una stratificazione plurisecolare che con molta probabilità inizia nel periodo romano e vede il suo massimo splendore con la cultura musulmana. Dopo aver vissuto varie fasi di abbandono e di restauro, oggi versa in uno stato di degrado, inglobato per lo più da abitazioni private, costruite negli anni ‘60 periodo di grande espansione della città. I resti del complesso oggi risultano del tutto nascosti dagli edifici circostanti e sovrastanti, frazionati fra molti comproprietari, richiederebbe urgenti interventi di consolidamento delle strutture.
Nonostante ciò è possibile ancora leggere fra le rovine una sommaria ricostruzione dell’antico sollazzo: l’edificio si sviluppava su due livelli condizionati dal dislivello naturale del terreno.
L’iwan (in persiano eyvān; in arabo anche līwān) è un elemento tipico dell’architettura islamica. In linea di massima l’iwan è un ambiente chiuso e coperto – sito a un’estremità di una qualsiasi costruzione palaziale – che si apra verso l’esterno e il cui ingresso sia per lo più sormontato da un arco.
Nel livello inferiore troviamo ancora oggi la presenza di un îwân a pianta quadrata con due ampie sale attigue simmetriche.
La copertura con volta a crociera ha tre nicchie, una di fondo e due laterali, coperte da semicalotte, nella calotta di fondo in pietra e stucco restano alcune tracce di muqarnas con alveolature, mentre nelle due nicchie laterali, costituite da catini a ombrello rivestiti di stucco, ancora in parte riconoscibili muqarnas scanalati a sezione triangolare.
A modello del sistema idrico della Zisa o del Castello della Favara o di Maredolce, dalla parete di fondo, in prossimità della muqarnas fuoriusciva un rivo d’acqua che attraversava l’ambiente e, oltrepassato il portale d’ingresso, andava ad alimentare la pescheria.
Muqarnas: Tipica dell’architettura islamica, caratterizzato da numerose nicchie a celle con alveolature.
Compare su molti tipi di volte, comprese quelle di cupole e portali.
Al livello superiore si accede da una scalinata ricavata nei vani all’îwân centrale, dove rimane solo la cappella con i muri perimetrali arricchiti da arcate cieche disposte secondo il consueto stile decorativo normanno.
Il sito ultimamente è stato inserito, insieme ad altri 12, nell’itinerario Arabo-Normanno.
Fonti: | http://www.medioevosicilia.eu/ |
https://www.sicilymag.it/ | |
https://it.wikipedia.org/ | |