Sotto Piazza Pretoria, con ingresso da “Palazzo Pretorio” si trova un rifugio antiaereo sotterraneo che risale alla seconda guerra mondiale.
I rifugi antiaerei noti anche come “ricoveri” venivano utilizzati dal popolo per proteggersi dai bombardamenti aerei.
Nel 1935 l’amministrazione di Palermo ritenne indispensabile creare un rifugio che permettesse alla gente di accedere nel momento in cui gli aerei nemici attaccavano la città.
La gente era abituata a scendere nei sotterranei delle loro case per proteggersi, ma spessissimo a seguito di un bombardamento tutto crollava e uomini, donne e bambini restavano seppelliti sotto.
Tanti lavorarono per scavare tali tunnel che potevano contenere circa 250 persone, ma che anche in 600 riuscirono ad entrarci, stretti stretti come sardine per tantissime ore. Lunghi corridoi che la gente percorreva per scappare dalle bombe, una strada per la salvezza, un luogo angusto, freddo ma tanto ambito, un luogo che dava la possibilità di continuare a vivere. Una serie di corridoi con ai lati dei lunghissimi sedili in pietra addossati alle pareti, qui la gente rimaneva seduta ed impaurita fino al suono delle sirene che annunciavano la cessazione dei bombardamenti. Sulle pareti la scritta VIETATO FUMARE ancora intatta e nitida ricorda che nei ricoveri era ovviamente proibito fumare, l’ambiente era chiuso con pochissimi bocchettoni di areazione, respirare era difficile, la gente era più di quanto quel luogo potesse contenere, non tutti avevano un posto a sedere, tanti restavano in piedi per ore e spesso facevano a turno per sedersi
Palermo subì ben 70 attacchi aerei.
Oggi solo un ingresso è rimasto utilizzabile, un ingresso all’interno del Palazzo delle Aquile, altri due vecchi ingressi, originariamente situati vicino alle statue dei leoni presenti sulle gradinate della piazza, sono stati chiusi.
La visita di questo luogo ci permette di fare un tuffo nel passato, ricordare i nostri genitori i nostri nonni che hanno sopportato e vissuto la guerra. Il rifugio si presenta ancora nello stato originario di 73 anni fa, i sedili di cemento, i bocchettoni dell’aria arrugginiti, i bagni ormai scardinati i vecchi impianti di luce, rievocano il passato triste di una cittadinanza distrutta dalla guerra.