La Riserva naturale di Capo Gallo

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La Riserva naturale orientata Capo Gallo è una riserva naturale regionale della Sicilia
Capo Gallo
è un rilievo carsico ricco di cavità, fra cui la Fossa del Gallo, la Grotta Perciata, la Grotta dei Caprari, la Grotta delle Vitelle, la Grotta Regina e la Grotta Caramula.

La grotta Impisu, a Sferracavallo rivela tracce preistoriche, fra cui quelle di animali estinti come il cervo e l’ippopotamo.

In una grotta di Monte Gallo, i ritrovamenti paleontologici hanno restituito tracce dell’elefante nano vissuto tra 230.000 e 170.000 anni fa. Era un elefante di piccola taglia, vissuto sia in Sicilia che a Malta di cui non si conoscono le origini.

Monte Gallo si affaccia sul mare: oggi prateria ad ampelodesma, pianta perenne della famiglia delle Graminacee, un tempo coltivato ad olivo e carrubo. La zona nord-orientale del monte è la più arida e con rocce affioranti, mentre l’occidentale si presenta con un rimboschimento a pini e cipressi, misto a specie tipiche dell’area mediterranea.

Tracce umane

La grotta regina, la più grande tra le cavità della Marinella, si affaccia sulla Fossa del Gallo a 130 m s.l.m., dominando il mare. Oggetto di molti studi, l’ipogeo è l’unico santuario punico scoperto sino ad oggi nel Mediterraneo. Le pareti della Grotta Regina, dritte e lisce, conservano centinaia di iscrizioni e di disegni di periodi diversi, che rappresentano figure umane e animali fra le quali si distinguono un guerriero punico, un orso, un cavallo, un braccio avvinghiato da un serpente, tre navi e, quindi, preghiere, suppliche, firme. Le epigrafi in lingua punica, neopunica, libica, sono state tradotte da esperti e questo è servito a comprendere meglio e ad avere un maggior numero di informazioni sul sito: alcune iscrizioni del VII sec. confermano la presenza di gruppi fenicio-punici di commercianti; grazie all’unico disegno finora conosciuto, che si trova sulla parete sinistra, si può sapere come era fatta una nave da guerra cartaginese, rappresentata in tutti i particolari; è stato pure scoperto che “il Santuario”, oltre che a Mel-cart, divinità tutelare di Tiro ed a Iside, protettrice dei naviganti e della fertilità, è dedicato alle divinità Shadrapa ed Osiride. Ma questa grotta non fu frequentata solo da punici di cui si hanno tante notizie: reperti ceramici trovati dopo campagne di scavo testimoniano il passaggio di romani, arabi e colonizzatori medievali.

L’ambiente

Sul fondale sabbioso si è insediata una prateria di Posidonia oceanica e sulla Secca della Barra si trova una ricca comunità coralligena che raggiunge i 70 metri di profondità. Sul litorale roccioso, abbiamo il finocchio di mare e le diverse specie di Limonium. Salendo più in quota subentra una vegetazione cespugliosa di gariga o elementi della macchia mediterranea, caratterizzata da alberi di piccola taglia, arbusti e cespugli forti e resistenti. L’adattamento alle condizioni di particolare stress climatico ha selezionato specieeliofile a foglie sempreverdi. Qui si trova il leccio, essenza più versatile della vegetazione mediterranea spesso in compagnia del sommacco siciliano, dell’asparago spinoso, dell’alaterno, dell’olivastro e della ruta d’Aleppo. Sulla costa rocciosa ecco il trottoir a Vermetus, un mollusco gasteropode che vive all’interno di tubi calcarei che salda a quelli degli organismi vicini e che, mantenendosi a pelo d’acqua, formano appunto una sorta di marciapiede (trottoir) vivente: il trottoir a Vermeti è endemico del Mediterraneo e vive solo in quegli ambienti in cui la qualità del mare è elevata. La sua presenza, nonostante l’inquinamento del mare nel Golfo di Palermo, non deve stupire: combinazioni di correnti consentono a questi siti di godere di acque pulitissime ed ossigenate che permettono lo sviluppo di un ecosistema ricco di biodiversità, fra i più interessanti del Mediterraneo.

La Fauna

Salendo in quota troviamo l’habitat ideale dei piccoli uccelli: cincie, fringillidi e merlo, dell’occhiocotto, e del colombaccio. Troviamo, inoltre, le lucertole e molti piccoli mammiferi tra i quali il topolino domestico e selvatico e il domestico, il toporagno di Sicilia, ma anche il coniglio selvatico. Nelle zone più idonee alle loro esigenze svernano due uccellini: il pettirosso ed il luì piccolo. Di notte, dominano il barbagianni, che si sposta dai suoi nidi su ruderi e pareti rocciose, e l’allocco, che invece vive nelle zone vegetate: entrambi esperti nella cattura di piccoli mammiferi. Qui, nonostante la forte antropizzazione alla base del monte, vive anche la volpe, il più grosso mammifero predatore superstite in Sicilia. Sul Monte Gallo, l’appassionato ornitologo potrà osservare molte specie interessanti in transito nelle stagioni di passo come la cicogna bianca, il falco pecchiaiolo, il coloratissimo gruccione ed il cuculo, dal canto inconfondibile e strategico, parassita d’altri uccelli.

Come arrivare

E’ possibile visitare la riserva da Mondello oppure da Sferracavallo.
Da Mondello: si raggiunge dalla piazza principale del piccolo borgo, proseguendo fino all’Hotel La Torre. Una volta superato, si costeggia l’abitato fino alla piccola traversa a destra, dove si trova un cancello oltre al quale si apre un sentiero che penetra all’interno della riserva. Un altro accesso, ottimo per chi vuole fare esplorazioni subacquee, è quello da Sferracavallo: giungendo da Palermo, poco prima di arrivare al centro del paese, svoltare a destra per via del Manderino in direzione Punta Barcarello, sino al rimessaggio di barche, dove bisogna lasciare l’automobile. Da qui si prosegue a piedi lungo un sentiero che costeggia il Monte Gallo.

siciliaparchi.com

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Un gruppo di persone accomunate dalla passione per la Sicilia, ma sopratutto per Palermo, con la sua storia millenaria, la sua cultura unica e le sue molte, moltissime sfaccettature.

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