Tra i capitoli più sconosciuti che riguardano la nostra città, ce ne sono alcuni davvero insospettabili. Tra questi, oggi vi racconto di come Santa Rosalia, simbolo indiscusso di Palermo, sia diventata anche patrona di uno dei quartieri più importanti di Genova, facendo registrare uno dei pochissimi casi di culto della Santuzza al di fuori della Sicilia.
Il quartiere genovese di cui parliamo è Pegli, un tempo un borgo indipendente abitato in prevalenza da pescatori, in seguito divenuto sede di importanti dimore nobiliari e circa un secolo fa annesso al comune di Genova durante un progetto di espansione urbanistica del capoluogo ligure.
La storia
Come mai un paese della riviera ligure ha deciso di affidare le sue preghiere e la sua devozione alla nostra santa patrona?
La risposta risale al 1624, anno del ritrovamento delle ossa di Santa Rosalia, quando secondo la tradizione la santa apparve in sogno a Girolama La Gattuta, una ricamatrice di Ciminna recatasi nella grotta di Monte Pellegrino, rivelandole il luogo in cui avrebbe dovuto scavare per trovare un “tesoro”.
Qualche mese dopo le ossa di Santa Rosalia, portate in processione per Palermo avrebbero miracolosamente guarito la città dalla peste, dando origine al mito della Santuzza.
Uno dei protagonisti della vicenda, fu appunto un genovese, il cardinale Giannettino Doria, appartenente ad una delle casate nobiliari più importanti dell’epoca.
Fu lui a riconoscere ufficialmente l’autenticità del ritrovamento e ad indire la processione solenne che avrebbe fatto cessare la pestilenza, avviando così il fervente culto della Santuzza, una devozione che naturalmente colpì anche i numerosi mercanti appartenenti alla Nazione Genovese di Palermo.
Forse fu su loro richiesta che il Cardinale Doria autorizzò il trasferimento di una piccola parte delle reliquie della Santa a Pegli, nella chiesa dei Santi Martino e Benedetto, dove tutt’ora sono custodite. D’altronde con un loro concittadino come porporato la Nazione Genovese a Palermo era più forte che mai.
Un’altra ipotesi invece riguarda l’enorme influenza che la famiglia Doria aveva a nella cittadina ligure, luogo in cui aveva numerosi possedimenti tra cui l’imponente villa Doria Centurione. In questo caso il Cardinale avrebbe semplicemente arricchito di una reliquia il suo paese di residenza, un bene che in quel periodo era considerato dal valore inestimabile.
La Peste a Pegli
Quando circa 30 anni dopo, la peste colpì Genova e gran parte della riviera ligure, a Pegli si ricordarono della storia di quella Santa di cui possedevano le ossa, che qualche anno prima aveva miracolosamente salvato Palermo dallo stesso male. Questa storia, fu alimentata anche dalla memoria e dai racconti di marinai e mercanti che avevano assistito alla prodigiosa processione del 1625, diffondendone il mito in tutti i porti del Mediterraneo.
Così i pegliesi, già decimati dalla piaga, decisero di rivolgersi alla Santuzza, che a quanto pare ripeté il miracolo anche in quella circostanza. Come segno di devozione e ringraziamento, qualche anno più tardi Santa Rosalia fu proclamata patrona di Pegli, e da allora ogni 4 settembre si tiene una processione solenne in suo onore.
Ecco perché a Genova, dalla parte opposta del Mediterraneo, esiste un quartiere in cui si venera la nostra amata Santa Patrona, salvatrice di Palermo, ma anche di Pegli.
Fonti: Wikipedia.org – Santa Rosalia
Pegli.com
Santa Rosalia nel mondo – Cattedrale di Palermo