La via G. E. Di Blasi va da piazza Noce alle vie Roccazzo, Castellana e Casalini.
Il Di Blasi fu uno storico, studioso di teologia, epigrafia e storia ecclesiastica, nato a Palermo nel 1720 e morto nel 1812. Insieme al fratello Salvatore, fu introdotto sin da piccolo alla vita ecclesiastica ed entrò a far parte dell’ordine dei Benedettini. Studiò a lungo in giro per l’Italia, a Firenze, Roma, Napoli e Perugia, dove pubblicò le sue prime “Tesi Filosofiche”. Ritornato in Sicilia fu destinato al convento di San Martino delle Scale, di cui divenne presto abate. In breve tempo si fece conoscere anche a Palermo, dove l’arcivescovo Filangeri lo nominò “Lettore” di teologia del seminario e il re Ferdinando III, nel 1777, gli diede il titolo di Regio Storiografo. Grazie a questo titolo iniziò a scrivere una lunga serie di opere che raccontano gli episodi storici legati al regno dei Borbone, comprese le successioni dei viceré e dei presidenti del Regno.
Fu zio di uno dei più grandi oppositori del governo borbonico, il giurista e patriota Francesco Paolo Di Blasi.
Si impegnò in prima persona e con tenacia per la difesa dell’abate Giuseppe Vella, accusato (giustamente) di aver falsificato dei presunti documenti di epoca araba, nella questione passata alla storia come “L’arabica impostura”.
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