L’ormai disabitato villaggio di Borgo Schirò è un minuscolo impianto abitativo di epoca e di stampo fascista, situato nelle colline vicino Corleone (anche se appartenente al comune di Monreale), nel cuore della provincia di Palermo.
La piccola frazione nacque intorno al 1940 nell’ambito di un processo di valorizzazione dei latifondi siciliani, fatto affinché i contadini abitassero vicino agli appezzamenti di terreno da loro coltivati, combattendo così il processo di spopolamento delle campagne in favore delle città.
Il borgo fu volutamente intitolato a Giacomo Schirò, giovane militare originario di Piana degli Albanesi, rimasto ucciso durante una lite con alcuni suoi compaesani oppositori del regime di Mussolini (almeno così raccontano le fonti ufficiali) e pertanto elevato ad eroe simbolo del fascismo, con tanto di conferimento della medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
Il Borgo
Il piccolo centro abitato è costituito, oltre che da una ventina di abitazioni, da una chiesa con canonica, una scuola elementare, il municipio, una caserma, un ambulatorio medico con laboratorio antimalarico e una serie di piccoli negozi, tra cui un alimentari, un barbiere, un ristorante e un tabaccaio.
Una grande fontana fungeva anche da abbeveratoio per gli animali di passaggio. Sopra di essa campeggia il verso francescano “Laudato sì mi signore per sòra acqua”.
Tutti gli edifici si sviluppano intorno ad una piazza rettangolare, secondo i canoni costruttivi tipici di quel periodo. Nel progetto originale erano previsti alcuni lavori di espansione, con la costruzione di nuovi edifici e altre strutture, tuttavia lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ridimensionò molto i progetti del governo e fece sì che la maggior parte degli sforzi economici fossero dirottati dai progetti civili verso il finanziamento delle azioni belliche.
Così Borgo Schirò rimase di fatto incompiuto rispetto al suo progetto iniziale, costituendo una piccola comunità arrivata ad un picco di circa cento abitanti a cavallo degli anni ‘50. In seguito la piccola frazione subì un’era di costante declino, dovuta al fallimento delle politiche agricole del dopoguerra ed alla naturale tendenza ad abbandonare i piccoli centri abitati in favore delle grandi città.
Il progressivo spopolamento si concluse con il totale abbandono del borgo negli anni ‘70, in seguito al terribile terremoto del Belice che ne daneggiò seriamente molti edifici. Rimasero soltanto il parroco e la famiglia Sollazzo, che gestiva il negozio di alimentari e tabacchi sporadicamente frequentato dai contadini di passaggio. Dopo pochi anni anche i Sollazzo decisero di abbandonare Borgo Schirò e trasferirsi a Corleone, lasciando solo il prete a guardia di un paese fantasma, spesso preda di furti e vandalismi ad opera di ignoti.
Nel 2000 anche il parroco si arrese e decise di chiedere il trasferimento, lasciando così Borgo Schirò alla mercé del tempo e dell’abbandono.
Oggi il vecchio paesino è meta di turisti e curiosi, che accorrono per visitare gli edifici ormai in rovina, per il gusto di trovarsi immersi nel silenzio e nella storia, come all’interno di una fotografia vivente.
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