La chiesa dei SS. Matteo e Mattia Apostoli, meglio nota come San Matteo al Cassaro, è una bellissima chiesa barocca di Palermo situata, come dice il nome stesso, sull’antica strada del Cassaro.
Già in epoca normanna sul Cassaro esisteva una chiesa dedicata a San Matteo, ubicata più o meno alla stessa altezza dell’attuale, ma sul fronte opposto. Tale struttura venne in seguito incorporata nel grande monastero di Santa Caterina d’Alessandria.
La chiesa odierna invece risale al XVII secolo, quando un monaco, fra Leonardo Galici, chiese la costruzione di un edificio religioso per la confraternita dei Miseremini, da lui fondata.
La storia
Nel 1599, fra Galici, appartenente all’ordine dei Minori Osservanti, volle fondare una confraternita nell’antica chiesetta di San Matteo, con lo scopo di aiutare i poveri di Palermo, ma anche di intercedere per le anime del Purgatorio. Tale confraternita, chiamata dei Miseremini, ebbe presto un grande seguito, grazie alla sua opera tra i vicoli cittadini e alla fama di uomo pio di frate Leonardo.
Quando la comunità divenne troppo grande per il piccolo edificio di epoca normanna in cui operava, iniziò la ricerca di un nuovo spazio che potesse accogliere fedeli e confratelli. Il luogo prescelto si trovava di fronte alla vecchia sede, dove il Giureconsulto don Mario Muta possedeva alcune case private.
Inizialmente il proprietario rifiutò di donare le sue case alla comunità, tuttavia ben presto cambiò idea. Secondo la leggenda don Mario Muta una notte sognò la sua anima in fiamme al Purgatorio, e tale rivelazione onirica fu interpretata come un segno divino, che lo spinse a cedere gratuitamente le sue proprietà ai Miseremini.
Il progetto per la nuova chiesa iniziò nel 1632, ad opera del famoso architetto Mariano Smiriglio che concepì questo mirabile tempio barocco. Nel 1647 parte della struttura venne consacrata dall’Arcivescovo Ferdinando Andrada y Castro ed utilizzata dai confratelli, sebbene la costruzione sia stata ultimata solo nel 1663, circa 30 anni dopo l’inizio dei lavori.
Già dalla sua inaugurazione, San Matteo divenne nota come la chiesa delle cento messe, dato che al suo interno si tenevano oltre 100 celebrazioni al giorno, in suffragio delle anime del Purgatorio.
L’architettura
Il prospetto
La facciata della chiesa di San Matteo presenta i classici tratti delle chiese barocche, e fu realizzata dagli scultori Carlo D’Aprile e Gaspare Guercio in marmo di Billiemi, la pietra dal classico colore grigio con la quale Palermo è ampiamente decorata. Tra i vari ornamenti spiccano le tre nicchie in cui si trovano la statua della Vergine Maria (al centro, sopra la porta principale) e i santi Matteo e Mattia ai lati. Nel secondo e nel terzo ordine, grandi volute a spirale impreziosiscono l’intera composizione artistica.
Il portale della chiesa è fiancheggiato da due colonne dal capitello dorico, che sostengono un timpano a doppio arco spezzato che culmina con la statua della Vergine.
L’interno
La chiesa di San Matteo presenta una tipica pianta a croce latina, con una navata centrale costeggiata da imponenti colonne in marmo di Billiemi e due navate laterali.
Il tetto della navata centrale è ricco di decori e bellissimi affreschi. Proseguendo verso l’altare ci si ritrova davanti a quattro pilastri, adornati da statue in stucco ad opera di Giacomo Serpotta e Bartolomeo Sanseverino, che reggono la grande cupola a tamburo ottagonale. Al suo interno spicca uno spendido affresco del maestro Vito D’Anna rappresentante il “Trionfo del nome di Maria“.
Le dodici cappelle (10 nelle due navate esterne e due più grandi nei transetti laterali) sono altrettanto ricche di decori ed opere, tra cui spiccano alcune delle più belle tele di Pietro Novelli. Come accennato in precedenza, tutte le cappelle erano consacrate ed in ognuna venivano celebrate messe in suffragio delle anime del purgatorio (da qui le famose 100 messe).
Le opere d’arte
Come detto la chiesa di San Matteo al Cassaro è uno scrigno di opere d’arte, realizzate dai più grandi maestri del periodo barocco siciliano. Oltre al già menzionato “Trionfo del nome di Maria”, Vito d’Anna ha realizzato anche i grandi affreschi della navata centrale, rappresentanti la “Liberazione delle anime del Purgatorio” e “L’apoteosi dei santi Matteo e Mattia”. Sempre al maestro del rococò palermitano sono attribuiti gli affreschi del transetto destro, “La cacciata di Adamo ed Eva” e il “Cristo Riparatore”, e quello del transetto di sinistra dedicato a San Gregorio.
Tra gli stucchi del Maestro Giacomo Serpotta, oltre alle già menzionate “grazie” (Giustizia e Fede) che si trovano nel pressi del presbiterio, spicca il gruppo scultoreo che adorna il frontone sopra l’altare maggiore, con le raffigurazioni della Fede e della Preghiera e i Serafini che accompagnano l’Agnello posto sul libro dell’Apocalisse. Nella controfacciata, sopra il portale principale, si trova un’altra opera del grande stuccatore palermitano, “Cristo e le anime Purganti”.
Tra le decine di splendide opere d’arte presenti all’interno della chiesa, una menzione va dedicata ai due dipinti di Pietro Novelli, posizionati nella quarta cappella di destra e nella quarta cappella di sinistra. Nella prima si può ammirare il dipinto “La presentazione di Gesù al Tempio”, originariamente destinato al complesso di Casa Professa.
La seconda tela invece è verosimilmente l’ultima opera del pittore monrealese. Rappresenta “Lo sposalizio mistico della Vergine” con Sant’Anna al centro della composizione tra gli sposi Maria e Giuseppe. Una misteriosa figura, posizionata alla destra della scena, rappresenta secondo alcuni un autoritratto dello stesso Novelli.
Cripta della chiesa di San Matteo al Cassaro
La cripta di San Matteo è una camera sotterranea di 36 m, situata sotto la navata centrale della chiesa, con un altare per le celebrazioni in fondo, dal lato opposto rispetto all’ingresso.
Fu realizzata nella prima metà del ‘700 dalla Confraternita dei Miseremini, come luogo di sepoltura destinato ai soli confratelli.
I circa 200 loculi posizionati sulle pareti della cripta, presentano una pendenza verso l’interno che varia a seconda dell’altezza in cui era posto il defunto. Questa serviva ai parenti per vedere il loro defunto durante le visite periodiche. Infatti in quel periodo il culto dei morti era molto sentito a Palermo, e spesso i familiari andavano a fare visita al congiunto lì esposto.
Prima di essere posti nei loculi, i corpi venivano lasciati ad essiccare in apposite camere dotate di colatoi, non più visibili in questa cripta, ma presenti in molte altre cripte della città (ad esempio quella di Santa Maria dell’Itria dei Cocchieri).
Secondo le fonti, nonostante non fosse stato un confratello, la cripta ospitò anche i resti di Giacomo Serpotta, come espressamente richiesto dal suo testamento, e di Vito D’Anna.
Quando nel XIX secolo si proibì per ragioni igieniche la sepoltura all’interno delle mura cittadine, tutti i corpi presenti nella cripta furono trasferiti in una fossa comune.
Curiosità
La confraternita di San Matteo organizza ogni anno alcune delle manifestazioni più belle della settimana santa. Il Giovedì di Pasqua nella chiesa addobbata si organizza una rappresentazione dell’ultima cena, mentre per il Venerdì Santo una toccante processione sfila per le vie del centro storico, seguita da migliaia di fedeli e curiosi.
La chiesa di San Matteo al Cassaro è anche protagonista di un capitolo dei Beati Paoli, di Luigi Natoli. Nel libro è descritto un momento di grande suspense che si risolve grazie ad un inaspettato stratagemma. Questo curioso dettaglio, realmente esistente, è un tunnel segreto nascosto tra gli armadi della sacrestia. Oggi purtroppo tale passaggio è quasi del tutto crollato, tuttavia il suo ingresso è ancora presente all’interno di un antico genuflessorio.
Un piccolo dettaglio che stuzzicò la fantasia di Natoli e anche la nostra.