Quando, la sera del 2 febbraio 1177, Giovanna d’Inghilterra fece il suo solenne ingresso in una fiabesca Palermo illuminata a giorno in suo onore, la giovanissima fidanzata del re Guglielmo II avrà forse avuto una stretta al cuore al pensiero della madre, Eleonora d’Aquitania in quel momento rinchiusa nella cupa torre di Salisbury.
Poco prima della partenza per quella Sicilia lontana e misteriosa, Eleonora aveva probabilmente raccontato alla figlia la propria avventura quando, regina di Francia di ritorno dal pellegrinaggio in Terra Santa, aveva vissuto alcune settimane da sogno, ospite del re Ruggero II.
Eleonora d’Aquitania ospite di Ruggero II
Perché i sovrani francesi, Luigi VII e la moglie Eleonora d’Aquitania, scelsero di imbarcarsi per la Sicilia e addirittura di viaggiare su galee separate quando lasciarono la Terra Santa, nel 1149, alla fine dell’ingloriosa seconda crociata?
Questa decisione fu dettata dalla prudenza?
Il viaggio di ritorno verso la Francia era pieno di insidie, sia via terra che via mare. Le relazioni tra il re di Francia e l’imperatore di Costantinopoli si erano guastate: il basileus era accusato di essere, per la sua politica ambigua, una delle cause dei massacri subiti dall’esercito crociato da parte dei Turchi. Il lungo e pericolosissimo tragitto di ritorno via terra era dunque impraticabile.
Anche il traffico marittimo era pieno di rischi: le navi bizantine e quelle del re di Sicilia, in assetto di guerra, pattugliavano il Mediterraneo. I rapporti tra il regno normanno e Costantinopoli erano pessimi: l’anno precedente la flotta di Ruggero II aveva attaccato le coste greche, arrivando fin sotto le mura di Costantinopoli, per cui il basileus, Manuele Comneno, era promotore di un’ardente azione politica per formare una lega contro il re di Sicilia.
Infatti, il viaggio dei sovrani fu movimentato: le galee persero il contatto; la nave della regina Eleonora, intercettata dai Bizantini e dirottata verso Costantinopoli, fu fortunosamente recuperata dai siciliani e scortata a Palermo. Per diverse settimane, non si seppe niente del re Luigi, battuto dalla tempesta forse verso le coste africane, fino a quando arrivò la notizia che era finalmente approdato in
Calabria. Ruggero II fece accompagnare la regina fino a Potenza, dove organizzò una sontuosa festa per onorare i suoi ospiti.
Il soggiorno a Palermo e l’infelice ritorno in Francia
Purtroppo nessuna cronaca riferisce come si svolse il breve soggiorno di Eleonora a Palermo. Dopo le fatiche della crociata, le avventure del viaggio e i contrasti con il marito, lei apprezzò certamente il riposo nei magnifici palazzi e parchi palermitani, soggiornò, forse, in quel luogo da sogno che era il castello di Maredolce. Chissà se non avrebbe voluto restare per sempre nella meravigliosa Sicilia, invece di ritornare nella triste Parigi, in compagnia di uno sposo con il quale non andava d’accordo e dal quale pensava già di separarsi? Lei era una Meridionale, che amava l’arte, il buon cibo, il buon vino, le canzoni d’amore, mentre Luigi era un “monaco mancato”, dallo spirito inquieto e tormentato, insicuro, pieno di scrupoli… Chi sa cosa avrà pensato e immaginato Eleonora mentre passeggiava nei giardini paradisiaci della Conca d’oro?
Per noi questo fatto costituisce una bella occasione per sognare e romanzare, come ho potuto fare durante la redazione del mio libro “Costanza d’Altavilla Così volle il fato”!
Poco dopo il ritorno in Francia, nonostante l’intervento papale e la nascita di una bimba, la coppia reale ottenne l’annullamento del matrimonio e Eleonora immediatamente convolò a nozze con il giovane duca di Normandia, Enrico Plantageneto, che diventò re d’Inghilterra l’anno successivo. Per una decina di anni, la coppia collaborò, creando e governando un vero e proprio impero che si estendeva su tutto l’ovest della Francia e l’Inghilterra. Ma la vita depravata di Enrico e la pretesa di mantenere a corte la sua amante, la bella Rosmunda, superava il limite della sopportazione di Eleonora, che ritornò nei suoi Stati e mantenne a Poitiers una brillante corte, mecenate degli artisti e dei trovatori. Purtroppo il carattere despotico e inaffidabile di Enrico provocò la ribellione dei figli, ormai cresciuti, sostenuti dalla madre. La vendetta di Enrico fu implacabile: tenne la moglie prigioniera per ben sedici anni.
Lo spirito indomito di Eleonora d’Aquitania
La lunga detenzione non era riuscita ad abbattere lo spirito indomito di Eleonora d’Aquitania, che poco dopo la morte del Plantageneto, assunse la reggenza del regno, in nome del figlio Riccardo (Cuor di Leone), in partenza per una nuova crociata.
Eleonora avrebbe rivisto molto brevemente la cara Sicilia. Decisa a dare una sposa all’amato figlio, che svernava con le sue truppe nella città dello Stretto, accompagnò la giovane figlia del re di Navarra, Berengaria, da Pamplona a Messina: un viaggio di circa 2500 chilometri attraverso le Alpi, e in parte via mare, in pieno inverno, all’età di circa settant’anni!
Il matrimonio non fu celebrato subito, perché si era in periodo di Quaresima, ma Eleonora poté almeno riabbracciare Giovanna, rimasta vedova di Guglielmo. Le future cognate Berengaria e Giovanna avrebbero seguito la crociata, in pieno accordo e sempre solidali.
L’ultimo contatto, seppur indiretto, con la Sicilia, avvenne probabilmente quando Eleonora si recò in Germania per consegnare il riscatto di Riccardo, prigioniero dell’imperatore Enrico VI: tonnellate di argento e oro, che avrebbero permesso di coprire le spese per la conquista del regno di Sicilia.
Mi piace immaginare che, nonostante l’odioso comportamento dell’imperatore, una simpatia nacque tra Eleonora e Costanza d’Altavilla, unite nel comune affetto per Giovanna, l’infelice regina consorte di Sicilia.
Liliane Juillerat
- Immagine di copertina generata con Bing Image Creator
- Foto dei sarcofagi by Elanor Gamgee via wikipedia.org (CC BY-SA 3.0)
En somme, si Aliénor n’avait pas versé la rançon de Richard Cœur de lion,Henri Vin’aurait peut-être pas pu conquérir la Sicile,et nous n’aurions pas eu Frédéric !
Quelle vide dans l’Histoire !!!