Abbiamo già parlato del costosissimo Molo Nuovo costruito a Palermo verso il 1590, adesso non resta che completare il racconto con la storia del faro del Molo nuovo, costruito alla sua estremità, che consentì una navigazione notturna più sicura per tutte le imbarcazioni che approdavano al porto della città.
Il faro, una storia molto antica
Oggi tutti sappiamo cosa è un faro: una torre sulla cui sommità è posta una fonte di luce che, con uno speciale sistema di specchi, viene proiettata a notevole distanza, come riferimento per i naviganti. Queste costruzioni vengono poste lungo la costa, in prossimità dei porti o per indicare luoghi pericolosi, come scogli affioranti, come punto di riferimento percepibile a distanza elevata durante la navigazione costiera.
La loro storia è molto antica, risale alle prime rotte mercantili seguite dai popoli marinari.
Inizialmente si doveva trattare di fuochi accesi su promontori naturali o rudimentali torri, che poi furono strutturate in maniera sempre più solida per resistere alle intemperie del mare, fino a raggiungere altezze elevate.
Il nome “faro” viene dall’isola di Pharos, di fronte Alessandria d’Egitto, dove nel III secolo a.C. venne costruita una delle sette meraviglie del mondo: una torre altissima, si stima circa 134 metri!, sulla cui sommità un sistema di scudi di bronzo rifletteva la luce del sole di giorno, e di notte un fuoco, per segnalare ai naviganti la presenza di una palude sabbiosa che poteva fare incagliare le imbarcazioni.
Con i progressi tecnici, i fari vennero costruiti sempre più alti e robusti e talvolta secondo un certo gusto estetico, ed anche il sistema di illuminazione della lanterna posta alla sommità si sviluppò di pari passo: dal fuoco di candele si passò all’olio vegetale, dal petrolio al gas fino alle moderne lampade ad incandescenza.
Il faro del Molo nuovo
Quando il Molo nuovo venne ultimato, raggiungeva quasi i 500 metri ed accoglieva comodamente i numerosi velieri, battelli, merci e passeggeri che arrivavano al porto di Palermo.
A quel punto, per completare la grandiosa opera, fu necessario costruire un faro alla sua estremità affinché nelle ore serali, l’approdo per le imbarcazioni fosse più sicuro.
Intorno al 1593, il faro era già costruito, sopra una fortificazione che integrava il sistema difensivo dell’intera area portuale: il piccolo fortino sulla cala, il Castello a mare e adesso il “Castelluccio” all’ingresso del molo nuovo ed il fortino della lanterna alla punta del molo.
Il faro era composto da una torre in muratura di forma cilindrica, che si innalzava sul fortino quadrangolare. Era suddiviso da semplici cornicioni che creavano dei tamburi interrotti da finestre. Sopra il terrazzo calpestabile, accessibile per la manutenzione, si ergeva la lanterna di forma circolare, circondata di vetri che proteggevano il sistema di illuminazione.
Appena costruito, il faro misurava poco più di 23 metri, che era già un’altezza notevole per quei tempi (pensate che il faro di capo Zafferano, che vi invito a visitare, non supera gli 11 metri d’altezza!). Ma non bastò al Senato palermitano: infatti, alla fine del 1700, durante un intervento di restauro il faro venne elevato di quasi 14 palmi, la torre e 5 palmi la lanterna, raggiungendo in totale più di 28 metri d’altezza (il palmo siciliano equivale a 25,77 cm).
La lanterna era illuminata da 24 lampade che consumavano circa 57 kg di olio per notte, che diventarono 158 kg quando, dopo il restauro, le lampade diventarono 40, incidendo considerevolmente sul bilancio del Senato cittadino e della città stessa poi.
Man mano che la tecnologia dell’illuminazione delle lanterne dei fari si andò evolvendo, anche il faro del Molo nuovo si adeguò ai cambiamenti e silenzioso ed efficiente rimase per più di tre secoli ad indicare un approdo sicuro ai naviganti che transitavano in quella zona di mare, fino a quando i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale non lo distrussero insieme al fortino e parte del Molo nuovo.
Saverio Schirò
Fonti:
- R. La Duca, Palermo ieri e oggi, La città, Sigma edizioni, Palermo 1994
- Adriana Chirco, Le borgate marinare, La via del Molo Nuovo, in Salvare Palermo, gennaio – aprile 2009
- wikipedia.org e treccani.it per voci sulla storia del faro
- Immagine di copertina realizzata con Image creator Bing