Se vi trovate a Palermo, nel quartiere di Ballarò, potreste imbattervi in una piazzetta dal nome curioso: Piazzetta Sette Fate. Si tratta di un piccolo cortile, di fronte alla chiesa di Santa Chiara, dominato da una torre d’acqua in stile Liberty che nasconde una storia antica e misteriosa. Chi erano le Sette Fate che hanno dato il nome a questo luogo? Cosa facevano e perché sono diventate leggenda? Ecco quello che si tramanda di queste donne magiche, tra folklore, tradizione e fantasia.
Chi erano le Sette Fate?
La leggenda intorno a queste Sette Fate ha radici antichissime che nel tempo si è arricchita di particolari sempre più fantasiosi e curiosità impossibili da verificare. L’unico denominatore comune è che esse fanno parte delle creature soprannaturali che appartenevano ad un mondo incantato.
Uno dei primi studiosi che ha riportato alla luce questa leggenda fu Giuseppe Pitrè. Egli studiò documenti, raccolse personalmente informazioni sul campo, così com’era solito fare, ascoltò la testimonianza di persone che affermavano di averle addirittura viste! Tuttavia, non giunse a nessuna conclusione definitiva: le chiamò donne de fora, esseri soprannaturali ambivalenti conosciute in diverse parti della Sicilia, seppur con nomi diversi, ma tutte accomunate dall’essere considerate un po’ streghe e un po’ fate.
Secondo la tradizione popolare siciliana, le donne de fora erano in grado di interagire sia con i vivi che con i morti, di apparire e sparire a loro piacimento, di conoscere i meriti e le colpe delle persone e di influenzare il loro destino. A volte si mostravano benevole e generose, altre volte crudeli e vendicative.

Tra i fantasiosi aneddoti che si raccontano su queste creature, a Palermo si diceva che le Sette fate si radunassero nella piazzetta del centro storico, nel quartiere Ballarò. La torre era il loro rifugio segreto, dove decidevano a chi fare del bene e a chi del male. La notte uscivano dalla torre, come sette bellissime donne, e si aggiravano per le strade del quartiere alla ricerca di qualcuno da sedurre e portare con sé nel loro mondo fantastico.
In questo straordinario viaggio notturno, erano capaci di mostrare ai loro ospiti cose meravigliose e mai viste: balli, suoni, feste, cose grandi. Li portavano anche sopra il mare, li facevano camminare sull’acqua senza farli bagnare. Ogni notte era una nuova avventura per chi si lasciava trascinare dalle fate. L’incantesimo finiva con la luce del giorno, l’uomo si ritrovava nel suo letto e le belle fanciulle erano scomparse.
Ecco il racconto pittoresco del Pitrè:
‘Ntra stu Curtigghiu di li setti Fati, ‘nta la vanidduzza chi spunta ‘nfacci lu Munasteriu di Santa Chiara, vonnu diri ca la notti cci vinìanu sette donni di fora, tutti una cchiu bedda di ‘n’àutra. Sti donni si purtavanu quarchi omu o puramenti quarchi fimmina chi cci parìa a iddi, e cci facianu vidiri cosi mai visti: balli, sònura, cummiti, cosi granni. E vonnu diri puru ca si li purtavanu supra mari, fora fora, e li facianu caminari supra l’acqua senza vagnàrisi.
Ogni notti faciànu stu magisteriu, e poi la matina spiriànu e, un si nni parrava cchiui. Di ddocu nni veni ca stu curtigghiu si chiama lu curtigghiu di li setti Fati.
Da dove origina la leggenda delle Sette Fate?
Le Sette Fate erano famose per le loro magie e i loro incantesimi e la loro storia è stata tramandata di generazione in generazione nei racconti popolari. Alcuni studiosi hanno cercato di spiegare l’origine collegandola ad antichi miti greci o celtici , qualche fantasiosa teoria le ha assimilate alle “lucciole” che di notte erano capaci (“metaforicamente”) di procurare un grande piacere ai “fortunati” frequentatori, assolvendoli davanti alle mogli!
Ovviamente è molto più plausibile, come d’altronde è stato ampiamente studiato, che queste figure siano quelle donne-fate che compaiono già nella trattatistica trecentesca durante le indagini processuali dell’Inquisizione spagnola, persone in carne ed ossa temute e perseguitate come streghe.
Ma la loro storia in Sicilia è molto più antica: nell’immaginario popolare, queste figure erano dipinte come gelose e possessive, potenti e vendicative. Se provocate o istigate a farlo, potevano fare impazzire qualcuno, o farlo ammalare o morire: insomma, quello che erano da sempre e poi avrebbero continuato ad essere fino ai giorni nostri: le magare di Sicilia (le maghe).
Ma la verità è che nessuno sa con certezza chi fossero le Sette Fate e cosa sia successo a loro. Forse sono ancora nascoste nella torre d’acqua, in attesa di qualche sventurato da incantare. Forse sono scomparse per sempre, lasciando solo il ricordo della loro bellezza e della loro magia. Forse sono solo frutto della fantasia popolare.
Quel che è certo è che la piazzetta Sette Fate resta un luogo suggestivo e misterioso, dove si respira ancora l’atmosfera delle antiche leggende siciliane.
Saverio Schirò
Fonti:
- G.Pitré, Usi Costumi e credenze popolari, IV, VII, Pedone Lauriel, Palermo 1889 in archive.org
- Claudia Geremia, Lo strano caso delle streghe di Sicilia: donne de fora, streghe, fate e guaritrici (XVI‑XIX sec.), in Open Edition Journals
- M. Fragale, Le fate del collegio ed altri spiriti di donne: una chiave di lettura antropologica, in visitgratteri.com
- Laura Cutrera, Le donne di fuora: misteri del curtigghio ed altri aneddoti, in nuove verrine.it