“La Sfince di San Giuseppe” o come la chiamiamo a Palermo “A Spincia ‘i San Giuseppi” è un dolce tipico siciliano ma di origini palermitane: una sorta di bignè ricoperta di crema di ricotta. Se vi trovate in Sicilia nel periodo di San Giuseppe, non lasciatevi sfuggire l’occasione di assaggiare le sfince. Un’esperienza di gusto unica che vi farà immergere nella tradizione siciliana più autentica.
Il nome deriva dall’Arabo isfang e dal latino spongia ovvero “spugna”, perché in effetti, per consistenza e forma, questo dolce potrebbe somigliare ad una spugna.
L’origine di questo dolce è antichissima, una semplice frittella, probabilmente l’evoluzione di un pane morbido arabo, fritto nell’olio.
Inizialmente doveva essere una semplice frittella, che ancora oggi con varie modalità e condita in vario modo fa parte del patrimonio culinario siciliano. In seguito, pare siano state le monache del non più esistente del monastero delle Stimmate, a Palermo, che l’hanno elaborata, dedicata al popolare san Giuseppe e tramandata alla pasticcieria palermitana. Pur mantenendo gli umili ingredienti della pasta, il dolce è stato arricchito con crema di ricotta, grani di pistacchio o di cioccolato e canditi di scorza d’arancia.
Un dolce umile, di semplice fattura che è diventato una vera e propria delizia dell’Alta Pasticceria Siciliana.
La ricetta originale prevede che l’impasto venga fritto in olio di semi che è il modo tradizionaledi cucinarle, ma si possono anche cucinare al forno, per una cucina più sana e delicata.
Il procedimento è facile da eseguire, se usate il forno, il trucco sta nel non aprire il forno prima che siano trascorsi 25 minuti così come specificato nella ricetta. In ogni modo l’ingrediente più importante è l’amore col quale si fanno le cose e se qualcosa andasse storto, con pazienza, provate e riprovate.
TEMPO | PORZIONI | DIFFICOLTA’ |
90′ | 10 | Media |
INGREDIENTI PER 25 SFINCI | |
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100 g di burro | |
300 g di farina 00 | |
½ l di acqua | |
8 uova | |
Un pizzico di sale | |
Olio di semi per friggere q.b. | |
PER LA FARCIA DI RICOTTA | |
1 kg di ricotta | |
600 gr di zucchero | |
100 gr di gocce di Cioccolato | |
Granella di Pistacchi | |
Ciliegie e Scorza d’Arancia Candita |
Ecco come fare…
Metti sul fuoco un tegame dove farai sciogliere il burro nell’acqua, aggiungendo un pizzico di sale. Appena arriva a ebollizione unisci la farina (tutta insieme!) e abbassa la fiamma. Mescola energicamente il composto per non far formare grumi fin quando si compatterà, e quindi si staccherà facilmente dal tegame: a questo punto si può spegnere il fuoco.
Fai intiepidire il composto e unisci un uovo per volta mescolando fino a quando tutto l’uovo è ben amalgamato.
Attenzione: aggiungi il successivo uovo solo quando il precedente risulta essere completamente assorbito dall’impasto.
Per fare la sfince fritta, prendi il composto con un cucchiaio e aiutandoti con un altro, fallo scivolare nell’olio di semi bollente e vedrai le palline che si gonfieranno in maniera caratteristica fino ad assumere una colorazione dorata. A quel punto puoi metterle a riposare in una ciotola con carta assorbente da cucina per trattenere l’eccesso di olio.
Per le sfinci al forno, disponi il composto nella placca da forno imburrata distanziando le palline di pasta una dall’altra.
Metti in forno a 225°C, per almeno 25/30 minuti, facendo attenzione a non aprire il forno, perché altrimenti i bignè si sgonfiano.
Puoi regolarti sul grado di cottura guardando la doratura. Se dopo 30 minuti sembrano ancora crudi, puoi prolungare per qualche minuto la cottura, stando attenta a non farli bruciare.
Quando assumeranno un colore dorato, puoi tirarli fuori dal forno, e farli raffreddare.
Ora puoi farcire i bignè con la crema di ricotta.
Importante!
La vera star delle sfince di San Giuseppe è la farcitura. La ricotta di pecora, rigorosamente fresca e di alta qualità, viene setacciata e mescolata con zucchero, vaniglia e gocce di cioccolato. La crema viene poi adagiata sulle sfince ancora calde e decorata con canditi di arancia o cedro, ciliegie candite e granella di pistacchio.
Buon lavoro! E buon appetitto
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