Chi non ha mai avuto male ai piedi? Per problemi più o meno banali, risolti con il tempo, piuttosto che con metodi casalinghi, piuttosto che tramite figure non proprio adeguate. Solo una minore percentuale si è recata almeno una volta nella vita dal podologo.
La digitalizzazione sta aiutando la coscienza comune ad avvicinarsi al podologo ma anche lì bisogna stare attenti: il podologo VERO ha la laurea! Non fatevi ammaliare da recensioni eccellenti ma cercate un professionista aggiornato, preparato, che potrà senz’altro risolvere il vostro disagio. A Palermo ce ne sono di bravi stimati in ambito nazionale ed internazionale.
La figura del podologo è stata definita nel lontano 1994 (D.M. 666/94). In seguito, con il riordino delle professioni sanitarie (Lg 251/10.08.2000), il podologo, conseguendo la laurea triennale (introdotta anche in quel di Palermo – oggi purtroppo “congelata”) abilitante all’esercizio della professione, viene inserito nella classe degli operatori sanitari della riabilitazione. Gli operatori delle professioni sanitarie dell’area della riabilitazione svolgono con titolarità e autonomia professionale, nei confronti dei singoli individui e della collettività, attività dirette alla prevenzione, alla cura, alla riabilitazione e a procedure di valutazione funzionale, al fine di espletare le competenze proprie previste dai relativi profili professionali.
Tra le tante mansioni del podologo troviamo la cura delle ulcerazioni. Le ulcere diabetiche prese in tempo tramite la prevenzione potrebbero evitare la miriade di amputazioni che tanto terrorizzano il popolo diabetico.
Parliamo di cifre esorbitanti:
-7000 amputazioni l’anno per piede diabetico;
-15% dei piedi diabetici vanno incontro ad amputazione;
-50% degli amputati entro 5 anni va incontro a seconda amputazione;
-50% degli amputati va incontro a morte entro 3 anni dall’amputazione.
Tutto ciò, oltre ad essere una tragedia annunciata, comporta enormi costi per il SSN sia per l’intervento (degenza, chirurgo, anestesista, infermiere, et altri) ma anche perché quell’amputato sarà un invalido a vita, parliamo quindi di pensione di invalidità, accompagnamento e chi più ne ha più ne metta! Alla fine troveremo cifre intorno ai 40.000 euro solo per l’amputazione e le successive medicazioni, tralasciando il costo della pensione a vita.
Insomma, costi e, ancora più importante, sofferenze del tutto inutili. Si potrebbe evitare tutto ciò concedendo al podologo la convenzione per i diabetici. Sarebbero seguiti dal professionista adatto senza pagare, e sarebbe comunque un risparmio per il SSN ed un enorme disagio evitato al paziente ed alla sua famiglia.
Da ciò si capisce come il podologo sia una figura molto importante nella sanità che non deve riguardare solo il privato ma anche il pubblico.
Quella del podologo è una professione ben definita che stenta però a farsi strada a causa di professionisti non molto professionali, aiutati da leggi obsolete che dovrebbero essere adattate alle necessità odierne.
Eppure, per una parte del corpo così nobile, e per il professionista che se ne occupa, ci si aspetterebbe maggiore rispetto.
Fare il podologo è una scelta che nasce da una passione e quindi si cerca di lottare contro scellerati abusivi e screanzati pressapochisti.
Si sentono frasi come “Sei podologo?..come mai?”
Semplice: i piedi sono i pilastri del corpo ed è un onore occuparsene…parlando con rispetto.
Dott.ssa Marianna D’Armetta – Podologa
Informare è importante, purtroppo la salute dei piedi è affidata molto spesso a categorie di persone inappropriate solo il podologo laureato ha una preparazione scientifica per curare patologie così devastanti come il piede diabetico
Esatto, caro collega. Sta a noi informare e chiarire le idee.