Giovanna, Regina di Sicilia e sorella del Cuor di Leone avrebbe anch’essa meritato di essere chiamata Cuor di Leonessa?
La promessa sposa di Guglielmo il Buono
Cosa provò la dodicenne principessa Giovanna quando, arrivata dall’Inghilterra nel sud della Francia, a novembre inoltrato, vide nella rada di Saint Gilles la flottiglia di magnifiche galee siciliane, bandiere al vento, pronte a portarla nel suo futuro regno?
Imbarcata a Southampton a fine agosto con un seguito impressionante, era sbarcata in Normandia e da lì aveva percorso la via meno breve, attraversando l’Angiò e l’Aquitania: così aveva potuto conoscere i vastissimi possedimenti di famiglia, bighellonando un po’ in compagnia dei fratelli Enrico e Riccardo e ricevendo ovunque una festosa accoglienza.
Intanto si era fatta tarda stagione per navigare. Quando la flottiglia ebbe superato la Corsica, si scatenò una terribile tempesta che durò a lungo. Due delle navi, cariche dei tesori che costituivano la dote della principessa, colarono a picco. Giovanna e le sue damigelle, chiuse nella stiva, senza luce né aria, in preda ad un incontrollabile mal di mare, dovettero temere che fosse arrivata l’ultima ora. Il fato non era quello, ma sbarcata finalmente a Napoli, la principessa rifiutò categoricamente di proseguire il viaggio via mare. Subito dopo Natale la nobile comitiva intraprese a cavallo il lungo cammino verso Palermo, dove arrivò all’inizio di febbraio. Il buon Guglielmo aveva preparato per la futura sposa un’accoglienza fiabesca e già fissato la data del matrimonio, lasciando ben poco tempo alla futura regina per riprendersi delle immani fatiche del lungo viaggio. Gli sposi, entrambi bellissimi e molto giovani, sembravano una coppia da sogno.
Un matrimonio senza figli

Fu felice il loro matrimonio? Il mancato arrivo di un erede dovette essere un cruccio terribile per la giovane donna e già si era diffusa la diceria che “Iddio aveva chiuso l’utero della regina per castigare certe colpe dei suoi antenati”. Guglielmo ebbe forse il sospetto che la “colpa” potesse essere sua? Non è da escludere, dato che il re non ripudiò la moglie per causa di infertilità, come era d’uso, ma combinò il matrimonio della sua coetanea zia Costanza d’Altavilla, in modo che potesse lei dare un erede al regno.
Dopo la morte improvvisa di Guglielmo, Costanza non fece in tempo ad arrivare in Sicilia per prendere possesso della sua eredità, dato che i nobili avevano, a tempo da record, eletto come re uno di loro, il conte Tancredi di Lecce, anch’egli nipote del grande Ruggero, ma di nascita illegittima.
Sembra che le relazioni tra la regina vedova e il nuovo re fossero pessime. Per quale motivo? Giovanna parteggiava forse ostentatamente per Costanza? Si dice addirittura che Tancredi la teneva prigioniera alla Zisa. Questo splendido palazzo, con i suoi giardini da sogno, non sarà stato un carcere troppo duro per la nobildonna, o addirittura fu lei che scelse di ritirarsi tanto in quella residenza tanto amata dal marito?
Dalla reclusione “dorata” alla “monacazione” forzata

Comunque sia, dopo poco tempo, sbarcò a Messina il temibile fratello maggiore, Riccardo Cuor di Leone, alla testa di un esercito di crociati. Il timore dei danni che avrebbero potuto recare migliaia di soldati indusse re Tancredi a cercare un accordo. Diede subito il via libera alla reclusa, che a Messina trovò non solo il caro fratello, ma anche l’alleato del momento, Filippo Augusto.
Le “attenzioni” del re di Francia verso la giovane vedova non piacquero al geloso Riccardo, che spedì la sorellina al di là dello Stretto, a trascorrere l’inverno in un monastero. Per Giovanna passare dalla Zisa a un cupo convento calabrese fu certamente come cadere dalla padella alla brace!
Ma la vera avventura doveva ancora cominciare!
Poco prima che i crociati si imbarcassero nuovamente per la Terra Santa, fece la sua comparsa la regina Eleonora d’Aquitania, l’instancabile madre di Giovanna e di Riccardo, che, nella speranza di assicurare una discendenza al re d’Inghilterra, portava una fidanzata all’amato figlio.
Il matrimonio era urgente, ma ancor più lo era ripartire e Giovanna si imbarcò con Berengaria, la futura sposa, a cui avrebbe fatto da “chaperon”.
Il viaggio per la crociata in Terra Santa
Ancora una volta il viaggio via mare fu rocambolesco; una tempesta divise le navi: il re d’Inghilterra arrivò a Creta, mentre la galea della sorella e della fidanzata si incagliò sulla costa di Cipro e le due donne vennero imprigionate dal despota Isacco Comneno. A tamburo battente Cuor di Leone liberò le care ragazze, imprigionò il tiranno, si impossessò dell’isola, e in un’unica, grandiosa cerimonia, il 12 maggio 1191, a Limassol, celebrò il suo matrimonio con Berengaria e la loro doppia incoronazione a re e regina di Cipro.
Il porto di arrivo in Terra Santa, San Giovanni d’Acre, era in stato di assedio, combattuto tra i musulmani e i crociati di Filippo Augusto – in febbrile attesa dell’arrivo di Riccardo, che sbarcò l’8 giugno. Prima di attraccare e mettere al sicuro le sue compagne, il re d’Inghilterra dovette sostenere – e vincere – un sanguinoso scontro con una nave musulmana carica di guerrieri e di rifornimenti di guerra.
Dopo circa un mese, la guarnigione saracena si arrese e Filippo ritornò in Francia, col pretesto di una grava malattia. Anche Riccardo era stato colpito probabilmente dalla malaria e forse dal tifo. Pareva impossibile, in queste condizioni, battere il potente Saladino, cosicché il furbo Cuor di Leone intavolò una trattativa, suggerendo il matrimonio della sorella Giovanna con il fratello del Sultano: la coppia avrebbe poi assunto il governo di Gerusalemme!
Faceva sul serio o era una manovra per guadagnare tempo? Da ambo le parti la condizione per concludere questo improbabile sodalizio fu che l’altra parte si convertisse. Un dialogo tra sordi! Giovanna, da donna avveduta, non volle affrontare direttamente il saraceno e offenderlo opponendo un secco rifiuto: obiettò che solo il papa di Roma potesse darle la dispensa necessaria per questo matrimonio, il che avrebbe richiesto un bel po’ di tempo. Cadute le trattative del matrimonio, Riccardo concordò con il Saladino la possibilità per i pellegrini cristiani di accedere liberamente ai luoghi santi e si preparò a ritornare nel proprio paese.
L’avventuroso ritorno in Sicilia
Ahimè! Ancora una volta la nave in cui era imbarcato Riccardo si trovò separata dal resto della flotta e fece naufragio nell’Adriatico, vicino Aquileia. Il re d’Inghilterra, rimasto senza esercito, fu fatto prigioniero e finì nella mani del suo nemico, l’imperatore Enrico VI. Nel frattempo Giovanna e Berengaria erano sbarcate a Messina – dove ricevettero una calorosa accoglienza – e poi procedettero verso Roma, nella speranza di ottenere l’appoggio del pontefice per la liberazione dello sposo e fratello, ma con scarso successo, dato che il papa si accontentò di minacciare l’imperatore di scomunica.
La via di terra per il ritorno delle due regine verso l’Aquitania era piena di insidie: non si poteva passare dai territori governati da Filippo Augusto di Francia, diventato acerrimo nemico di Riccardo, né tanto meno da quelli del Sacro romano impero. Le cognate, sempre affiatate e solidali, affrontarono un’altra volta i pericoli del mare, da Genova a Tolosa.
Giovanna sposa Raimondo di Tolosa
Dopo il ritorno di Riccardo dalla cattività in Germania, Giovanna si risposò con il conte di Tolosa, Raimondo. Passati appena nove mesi diede al marito un erede e l’anno successivo una bambina. Incinta una terza volta, non esitò a intraprendere un altro viaggio per chiedere al fratello di venire in aiuto di Raimondo, in difficoltà con i suoi vassalli. Ahimé! Nel frattempo Cuor di Leone era deceduto, ferito da un freccia.
Il cuore di Leonessa di Giovanna fu gravemente colpito da questa tragica notizia. Ammalatasi, trovò rifugio presso sua madre Eleonora, ma morì al momento del parto, senza aver rivisto né il marito, né i figlioletti. Aveva trentaquattro anni.
Come Riccardo re d’Inghilterra, Giovanna, regina di Sicilia e contessa di Tolosa riposa nell’abbazia di Fontevrault accanto ai genitori, Enrico Plantageneto e Eleonora d’Aquitania.
Liliane Juillerat
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Per la genealogia e la bibliografia su Giovanna d’Inghilterra vedere la voce su wikipedia.org
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