Si definisce onicocriptosi e non è il titolo del nuovo romanzo di Dan Brown, come la parola cripto potrebbe farci pensare, ma è il termine tecnico-scientifico per indicare la più comunemente chiamata unghia incarnita.
Il termine ci suggerisce come deve essere un’unghia per definirsi in questo modo e cioè all’interno della carne. Onicocriptosi, infatti, significa “unghia nascosta”.
Quando si parla di unghia incarnita?

Sarà capitato a molti di osservare come la crescita di un’unghia dei piedi avvenga in modo così sbagliato da impiantarsi all’interno del tessuto che la circonda provocando fastidio prima e dolore poi. Tutte le scarpe fanno male e persino senza, risulta difficile camminare. Siamo in presenza di quella che chiamiamo unghia incarnita. Un apparente piccolo problema che però va risolto in maniera radicale prima che degeneri.
Molta gente sostiene di essere affetta da unghia incarnita nel momento in cui ha un’unghia costantemente dolente. In realtà esistono una miriade di affezioni delle dita dei piedi che possono causare dolori a volte invalidanti e determinano quella che si definisce onicoalgia.
Cosa fare se un unghia fa male?
Quando un unghia del piede fa male, l’unico modo per capire di che si tratta è andare dal podologo che andrà ad eseguire un esame obiettivo per capire la natura di questo dolore e cosa esattamente lo provoca. Spesso questo dolore è dovuto ad una calzatura scorretta che ha oppresso l’unghia fino a renderla dolente anche a piede nudo. In altri casi ci sono problematiche morfologiche della lamina ungueale, che siano congenite o acquisite poco importa: l’unghia farà così male da provocare un dolore invalidante. Ma ancora non si parla di unghia incarnita.
In realtà l’unico momento in cui si presenta al nostro cospetto un’onicocriptosi è quando la lamina ungueale ha perforato la pelle, è andata in profondità provocando una lesione che non va incontro a guarigione spontaneamente perché è ostacolata dall’unghia stessa. Se non interviene il podologo con un taglio della spicula (la porzione della lamina ungueale che si trova sotto cute) la ferita non potrà chiudersi.


In molti casi il paziente ricorre al fai-da-te o a figure legalmente e tecnicamente non preparate. Alcuni fortunati risolvono momentaneamente il problema determinando però la crescita di una lamina ungueale amorfa che darà problemi successivamente. Il taglio dell’unghia deve essere lungimirante perché deve tener conto della sua futura crescita.
Nei casi più avanzati l’unghia incarnita produce un granuloma che farà sanguinare la parte più del dovuto. Ai nostri occhi appare come un’escrescenza rosso vivo. È di natura infiammatoria ed è lì solo perché il nostro corpo cerca di risolvere in maniera del tutto naturale l’infezione. Purtroppo, se non eliminiamo la causa del granuloma, cioè la “spicula”, il granuloma non andrà mai via.
Come si cura un’unghia incarnita
Il podologo tagliando la porzione interessata di lamina ungueale va a liberare il granuloma che spesso non è solo esterno ma si trova anche sotto una parte di lamina. Liberandolo e medicandolo dovutamente tenderà a sgonfiare e, nel momento in cui l’unghia ricrescerà dove natura comanda, il paziente ritornerà ad avere una lamina sana.
Nel momento in cui l’unghia si risana bisogna poi evitare la recidiva, cioè che ritorni a crescere in maniera sbagliata. Analizzando il caso si capirà se il problema è estrinseco, cioè è stato causato da un taglio scorretto e quindi non si dovrebbe ripresentare, oppure se c’è una morfologia patologica da correggere.
Se il problema è causato da un eccessivo scontro tra due dita adiacenti, basterà separarle tramite un’ortesi in silicone preparata su misura dal podologo. Nel caso in cui la morfologia patologica riguarda la lamina ungueale, che cresce incurvata, si ricorre alla rieducazione tramite dei presidi come l’ortonixia. Basterà posizionare un filo in titanio sulla lamina con l’ausilio di una resina e grazie ad una trazione lenta e spontanea l’unghia ritornerà della naturale curvatura.
Ovviamente l’unghia è lenta nella ricrescita e quindi per arrivare a risoluzione ci vorrà qualche mese ma si arriverà a risolvere. È lo stesso principio del più conosciuto apparecchio dei denti… ma sono sicura che nessuno pensava esistesse una pratica così moderna anche per i piedi.
Dott.ssa Marianna D’Armetta – Podologa