Nella storia dei tradimenti e ripensamenti e usurpazioni accennati nelle “sfide delle regine nel mondo medievale“, si sono distinte due discendenti dei conquistatori Normanni: Matilde d’Inghilterra (1102-1167) e Costanza d’Altavilla (1154-1198). Entrambe riconosciute inizialmente come eredi legittime, furono poi spodestate in favore di altri pretendenti. Tuttavia, entrambe, nonostante anni di difficoltà, avrebbero avuto figli che sarebbero diventati importanti sovrani medievali: Enrico Plantageneto (il futuro Enrico II d’Inghilterra) e Federico II.
Matilde d’Inghilterra da imperatrice a “Lady d’Inghilterra”
Matilde era nata da Enrico I d’Inghilterra (figlio di Guglielmo il Conquistatore) e da Matilde di Scozia. Ancora bambina venne data in sposa all’imperatore del Sacro Romano Impero, Enrico V, il quale morì dopo circa dodici anni senza aver avuto figli
La giovane imperatrice vedova venne richiamata in Inghilterra dal re, suo padre, che la designò come erede dopo la tragica morte del figlio Guglielmo – annegato nell’attraversamento del Channel assieme a più di cento giovani nobili (un cronista parla addirittura di trecento vittime!) – avendo cura di fare giurare fedeltà alla stessa da parte di un’assemblea di nobili e vescovi. L’anno successivo Matilde dovette accettare, volente o nolente, il matrimonio combinato dal re con il figlio del conte d’Angiò, il giovane Goffredo Plantageneto non ancora quindicenne! Per Matilde, vedova di un imperatore, questo matrimonio imposto con un pivello presuntuoso rappresentava una vera e propria onta, tanto che lei cercò di farlo annullare, fuggendo addirittura dalla contea. Ma il padre fu inflessibile: questa unione –a prima vista una mésalliance – rappresentava invece un calcolo politico importante per la futura estensione dei possedimenti sul continente.
Dopo cinque anni l’imperatrice (conservò sempre questo titolo di empress) mise al mondo il suo primo figlio, Enrico, che sarebbe stato seguito in tempi rapidi da due fratelli. Quando il re d’Inghilterra morì, il primo dicembre del 1135, Matilde era incinta del terzo figlio, e, evidentemente, era troppo rischioso intraprendere il viaggio per terra e per mare per rivendicare la corona che le era stata promessa.
Ne approfittò un suo cugino, Stefano, figlio di Adele, contessa di Blois (lei stessa figlia di Guglielmo il Conquistatore), il quale si imbarcò immediatamente per l’Inghilterra, si impossessò del tesoro reale e si fece incoronare a Natale nell’abbazia di Westminster. Molti nobili appoggiarono Stefano, sia perché maschio, sia perché ritenuto di carattere più facile a manovrare che non l’altera ed energica Matilde. Inutile fu il ricorso dell’empress al pontefice Innocenzo II.
Nel 1139, Matilde concluse un accordo con il marito, dividendo i compiti: il bel Goffredo fu incaricato di riconquistare la Normandia, mentre Matilde, dopo aver riunito un proprio esercito, sbarcò in Inghilterra. Seguirono ben diciannove anni di guerra civile e anarchia, con risultati alterni. Proprio quando Matilde, dopo aver fatto prigioniero Stefano, era sul punto di essere incoronata, una ribellione improvvisa dei londinesi la costrinse a fuggire, cosicché non diventò mai regina d’Inghilterra, ma portò il titolo di Lady of the English.
Gli anni di lotta tra Matilde e Stefano presero fine quando il re “usurpatore”, prossimo alla morte e abbandonato da molti dei suoi vassalli, riconobbe come erede il giovane Enrico, il primogenito di Matilde e Goffredo Plantageneto.
Determinato e ambizioso Enrico II, dopo aver sposato Eleonora di Aquitania – appena divorziata dal re di Francia – si trovò a gestire enormi territori che si estendevano dal Sud della Francia all’Irlanda, un insieme disparato che a volte viene chiamato Impero Plantageneto. Matilde si ritirò in un’abbazia a Rouen, ma fino alla morte continuò ad avere un notevole ascendente sul figlio, di cui fu un’avveduta consigliera. Ebbe la gioia di vedere nascere numerosi nipotini, tra cui Riccardo Cuor di Leone e Giovanna, regina di Sicilia.
Una piccola curiosità: ad alcuni lettori queste vicende potranno sembrare familiari poiché hanno ispirato quelle della celebre serie House of the Dragon!
Costanza di Altavilla e Matilde: un destino simile
Messa in parallelo con la vita di Matilde, quella di Costanza presenta evidenti analogie, ma purtroppo le fonti e documenti a disposizione sono molto meno numerosi di quelli inglesi, il che spiegherebbe le tenaci e antiche affabulazioni attorno al personaggio di Costanza d’Altavilla: monacazione, età, maternità…
A differenza di Matilde, fatta sposare due volte e designata erede dal proprio padre, Costanza nacque orfana, crebbe alla corte del fratellastro Guglielmo il Malo, probabilmente con il coetaneo nipote Guglielmo il Buono, come possiamo immaginare (ma purtroppo senza testimonianze affidabili).
Per quale motivo poi Guglielmo combinò il matrimonio della zia già trentenne con il diciannovenne Enrico figlio ed erede dell’imperatore Federico Barbarossa e, nel 1185, fece giurare ai suoi baroni di riconoscere a Costanza il diritto all’eredità del regno nel caso in cui lui venisse a morire senza prole? Rimane un mistero!
Come mai intuiva che sarebbe rimasto senza figli? Sebbene fosse sposato con Giovanna d’Inghilterra da otto anni, era poco più che trentenne e la moglie ventenne, eppure i cronisti parlano già della sterilità della regina. (Sappiamo tuttavia che Giovanna, risposatasi con il conte di Tolosa, morì di parto alla terza gravidanza, una decina di anni dopo.)
Inoltre, di quale malattia re Guglielmo poteva essere afflitto, facendogli presagire una prossima morte? Nessun cronista ne parla, anzi sembra che il suo decesso, nel novembre del 1189, avesse colto tutti di sorpresa!
Tancredi conte di Lecce viene incoronato Re
La notizia della scomparsa del re di Sicilia era appena arrivata in Germania che già un nuovo sovrano veniva incoronato a Palermo, a dispetto degli impegni presi a favore di Costanza. Tancredi, conte di Lecce, era figlio naturale del primogenito di re Ruggero II (il valoroso duca di Puglia che avrebbe dovuto regnare come Ruggero III se non fosse morto prematuramente in battaglia) e della donna con la quale ebbe una lunga relazione e due figli, Emma della famiglia dei conti di Lecce.
Quando fu eletto da un’assemblea di notabili riuniti a Palermo, Tancredi aveva già una lunga e travagliata vita alle spalle. Giovanissimo si era ribellato a Guglielmo il Malo, suo zio, finendo in carcere. Qualche anno dopo fece parte del complotto del 1161 che mirava a detronizzare il re, e venne condannato all’esilio. Suo cugino, Guglielmo il Buono, non solo perdonò il traditore ma, fidandosi del suo pentimento e delle sua lealtà, gli affidò il comando della flotta reale!
Intanto, con il matrimonio di Costanza, si erano formate due fazioni opposte: i filogermanici capeggiati dall’arcivescovo di Palermo Offamilio, e i seguaci del Cancelliere d’Aiello che temevano che il regno passasse in mano ai Teutonici. Ovviamente per loro sarebbe stato meglio essere governati da un bastardo, ma di puro sangue Altavilla! Non sbagliavano certo a proposito del furor teutonicus, ma come potevano non rendersi conto che, comunque, la potenza imperiale avrebbe prevalso, costando ai siciliani guerre lunghe e drammatiche?
Le campagne di conquista intraprese dalla coppia imperiale furono due. La prima, nel 1191, fu un vero fiasco: l’esercito di Enrico VI, bloccato sotto le mura di Napoli venne decimato da una peste micidiale, e lo stesso imperatore, pesantemente colpito, venne creduto morto, mentre Costanza, rifugiata a Salerno fu fatta prigioniera e rimase ostaggio di Tancredi per lunghi mesi prima di poter tornare dal marito.
La morte improvvisata di Tancredi, due anni dopo, rese facile per Enrico VI la seconda campagna di conquista, ma Costanza, rimasta finalmente incinta, si dovette fermare nelle Marche per dare alla luce l’erede che avrebbe riunito sotto il suo scettro il Regno e l’Impero, il degno discendente di due nonni di cui portava il nome: Federico e Ruggero. Così, con il troppo breve regno di Costanza e la sua morte prematura, finì la dinastia Altavilla, che diventò la casata normanno-sveva.
Sia tramite Matilde, sia tramite Costanza vi fu il passaggio da una dinastia ad un’altra attraverso dei figli di valore eccezionale, passati alla Storia come dei politici di altissima levatura, mentre gli usurpatori finirono in modo miserabile e scomparirono nel cestino della storia.
Liliane Juillerat