La Fontana del Genio di Palermo a Villa Giulia

Quando il Senato Palermitano decise di realizzare una grande opera da collocare a Villa Giulia, la scelta ricadde sullo scultore Ignazio Marabitti, al quale fu commissionata la statua del Genio di Palermo.

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La Fontana del Genio di Palermo, che si trova nella magnifica Villa Giulia, è una scultura marmorea, realizzata dal maestro Ignazio Marabitti.

Tra il 1775 ed il 1778 il Senato Palermitano decise di convertire il Piano di Sant’Erasmo, fino ad allora noto soprattutto per i famigerati roghi ad opera dell’Inquisizione Spagnola, tra cui il famoso autodafé di Fra Diego La Matina.
Per cancellare le tristi memorie di questo vasto piano brullo, si decise di realizzarvi un bellissimo parco, adornato da giardini, monumenti e sculture.

Tra tutte, si volle realizzare una statua del Genio di Palermo in marmo bianco di Carrara, da posizionare al centro di una grande fontana tonda in pietra di Billiemi.

Per realizzare l’opera il Senato ed il Pretore di Palermo, decisero di affidarsi ad uno dei più grandi scultori siciliani dell’epoca, Ignazio Marabitti, che fu convocato il 31 Gennaio 1778 nello studio del notaio Girolamo Lionti per la firma del contratto. Tale accordo prevedeva la realizzazione di una statua di 2,56 metri da realizzare in 10 mesi di tempo, in cambio di una somma considerevole che ammontava a 260 onze, suddivise in quattro rate.

Il Marabitti completò la sua magnifica opera nell’officina in cui era solito lavorare, a piazza Sant’Onofrio, rispettando i termini del contratto. Il 23 Novembre, dopo aver predisposto al centro della conca una vasta roccia che funge da piedistallo, il Senato fece trasportare la statua dal laboratorio fino alla Villa “sulle spalle di 56 facchini”, almeno secondo quanto riportato dal Villabianca. Se ve lo state chiedendo, si tratta di un percorso di circa 2 chilometri.

Genio di Palermo villa giuliaIl giorno successivo la statua venne collocata sul suo piedistallo ed il popolo accorse in massa per vedere l’opera del maestro, tra le urla trionfali e lo scoppio di mortaretti.

La figura del Genio si mostra simile a quella rappresentata da Vito D’Anna nel 1760 nell’affresco di Palazzo Isnello chiamato “L’apoteosi di Palermo”. Il suo corpo forte e muscoloso, molto distante dalla figura del vecchio esile e in qualche modo fragile rappresentata nel Genio della Vucciria o in quello della Fieravecchia, è protetto da una spessa corazza. Il capo coronato, secondo la tradizione, presenta lunghi capelli ed una barba folta, caratteristiche iconografiche che ricordano le divinità greche e romane.
Il Genio nella mano destra regge un lungo scettro, che insieme alla corona ne indica la sovranità, nella sinistra invece tiene il serpente, le cui spire si arrampicano sul possente corpo.
Le simbologie sono completate dal cane accucciato ai suoi piedi, emblema di fedeltà, da una cornucopia rappresentante l’abbondanza, da un’aquila dalle ali spiegate, un’altra delle figure simbolo della città di Palermo e da una triscele, emblema della Sicilia.
Sotto il complesso scultoreo si trova una stele marmorea con l’iscrizione latina Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caput, i tre titoli che indicano la Palermo Capitale.

Rispetto all’epoca della sua inaugurazione, oggi la fontana è circondata da altre 8 statue poste a semicerchio. Queste opere sono del tutto aliene al progetto originale, anche se vennero collocate lì già nell’anno successivo, il 1779.
Le due statue più grandi, poste alle estremità del semicerchio, sono opera dello stesso Ignazio Marabitti, ma erano state realizzate nel 1763 per i Padri Gesuiti di Casa Professa. Data la loro cacciata quattro anni più tardi, le statue si trovavano abbandonate nel chiostro pertanto, su istanza del viceré Marcantonio Colonna, nel Febbraio 1779 furono ricollocate a Villa Giulia e reinterpretate come Gloria e Abbondanza.

Altre tre sculture, poi rinominate Ira, Rabbia e Invidia, sono opera del fratello di Ignazio, Lorenzo Marabitti. Queste appartenevano ad un grande complesso scultoreo realizzato per Carlo III e collocato a piazza Sant’Anna, che proprio nello stesso anno fu smantellato (qui tutta la storia). Delle altre tre statue, invece, non si sa molto.

A distanza di quasi 250 anni, la figura candida del Genio di Villa Giulia è ancora in grado di suscitare l’ammirazione dei palermitani, segno che le vere opere d’arte sanno resistere alla prova del tempo.

Fonti: R. La Duca – La Città Passeggiata
Wikipedia – Fontana del Genio a Villa Giulia

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Samuele Schirò
Samuele Schirò
Direttore responsabile e redattore di Palermoviva. Amo Palermo per la sua storia e cultura millenaria.

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