Nella splendida cornice di piazza San Domenico, a Palermo, oltre all’omonima chiesa, un altro monumento attira l’attenzione del visitatore, la colonna dell’Immacolata che troneggia al centro della piazza.
Questo consiste in un’alta colonna posta su un basamento finemente decorato, con in cima una statua bronzea della Madonna Immacolata.
Scopriamo la sua storia e le diverse vicende che hanno interessato questo angolo della città.
Il monumento di piazza San Domenico
Quando fu costruito il primo impianto dell’attuale Chiesa di San Domenico, nel ‘600, la splendida piazza che possiamo ammirare oggi non esisteva affatto. L’edificio prospettava su una stretta viuzza del quartiere Castellammare.
Fu solo nel 1724 che si iniziò a riconfigurare lo spazio urbano antistante alla chiesa, al fine di creare una piazza monumentale e ridisegnare l’edificio con una facciata barocca, in linea con il gusto dell’epoca.
L’architetto responsabile del progetto, il domenicano padre Tommaso Maria Napoli, si recò personalmente a Vienna per chiedere autorizzazioni e fondi all’imperatore Carlo VI d’Asburgo, sovrano di Sicilia dal Trattato dell’Aia del 1720. Questi approvò il progetto presentato dal domenicano, incluso il monumento posto al centro della piazza, che doveva essere eretto in onore dell’Immacolata Concezione.
Nel 1724 iniziarono i lavori di demolizione delle vecchie abitazioni situate in quel luogo, e la grande piazza iniziò a prendere forma. Cominciò anche la costruzione del basamento che doveva sorreggere l’alta colonna, dapprima sotto la direzione dello stesso padre Napoli; dopo la sua morte, avvenuta qualche mese più tardi i lavori furono invece seguiti dall’architetto del Real Patrimonio Giovanni Biagio Amico.
Furono necessari due anni per completare il monumentale basamento marmoreo e per cavare la monolitica colonna di marmo di Billiemi dalla contrada dei Petrazzi (oggi Cruillas).
Così il 23 Ottobre 1726, nonostante il tremendo terremoto che aveva sconvolto Palermo solo due mesi prima, l’alto monumento fu finalmente innalzato, con la speranza che “l’ira divina” nelle sue future scosse, avrebbe risparmiato la sacralità di questa opera.
Il 9 Novembre dello stesso anno, la statua bronzea dell’Immacolata, opera di Giovan Battista Ragusa, fu finalmente posta in cima alla colonna, dandole l’aspetto che tutti noi conosciamo, almeno nella sua sommità.
La base infatti è stata teatro di alcuni rimaneggiamenti. Se sono rimaste invariate le strutture marmoree, inclusi i quattro angeli Michele, Uriele, Raffaele e Gabriele, opere rispettivamente dello stesso Ragusa, di Giuseppe Marino e di Giacomo e Vincenzo Vitagliano; sono invece cambiate le figure in bronzo che oggi rappresentano i papi Pio IX e XII.
Queste ultime figure naturalmente non possono essere parte del progetto originale, trattandosi di due pontefici vissuti dopo la data di fondazione del monumento. Chi c’era allora al loro posto?
In origine quel posto d’onore al centro della piazza era stato concesso naturalmente agli artefici di un tanto ambizioso (e dispendioso) progetto, ovvero l’imperatore Carlo VI e sua moglie Elisabetta Cristina di Brunswick, con due statue in bronzo realizzate sempre dalla mano di Giovan Battista Ragusa.
Con l’avvento dei Borboni le statue degli Asburgo furono ritenute politicamente sconvenienti, pertanto nel 1750 si decise di sostituirle con quelle dei regnanti in carica, ovvero Carlo III e sua moglie Maria Amalia di Sassonia. Queste statue, sempre in bronzo, furono realizzate da Procopio Serpotta su progetto di Gaspare Serenario.
Allora come si arrivò ai due pontefici? Durante i moti rivoluzionari del 1848, nel pieno della spinta antiborbonica e vista la necessità di metalli per uso bellico, il Parlamento Siciliano decise di fonderle per ricavarne dei cannoni. Il basamento rimase così privo dei due elementi bronzei per oltre un secolo.
Fu solo nel 1954, per volere del cardinale Ruffini, che furono realizzate le statue che possiamo ammirare oggi. La scelta ricadde su papa Pio IX, che 100 anni prima aveva proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione e su Pio XII, in carica al tempo della realizzazione della statua, in quanto promotore del dogma dell’Assunzione di Maria.
Proprio dal 1954, iniziò la tradizione di infiorare la colonna dell’Immacolata l’8 dicembre, includendo anche un omaggio floreale che viene offerto alla statua posta in cima alla colonna, tradizionalmente grazie al contributo e ai mezzi dei Vigili del Fuoco.
Curiosità sulla Colonna dell’Immacolata
Rispetto al progetto originale di Tommaso Maria Napoli, il monumento subì alcune modifiche ad opera del suo successore. Oltre ai decori del basamento, originariamente molto più austero, Giovanni Amico fece anche accorciare la grande colonna, per fare in modo che i padri domenicani riuscissero a vedere la statua direttamente dall’altare maggiore, attraverso la finestra centrale del prospetto.
Anche l’aspetto della piazza fu notevolmente modificato rispetto al suo aspetto originale. Fu infatti il Taglio della Via Roma a stravolgerne la forma eliminando parte degli edifici che la circondavano.
Infine, come forse i più attenti avranno notato, la scelta di dedicare la statua all’Immacolata precede di oltre un secolo il riconoscimento del dogma da parte della Chiesa. Come mai?
Nonostante il riconoscimento ufficiale sia avvenuto solo nel 1854, il culto dell’Immacolata a Palermo è vivo e sentito sin dal Medioevo, tanto che da noi l’8 Dicembre era considerato festa di precetto ben prima che papa Pio IX lo proclamasse. Ma questa è un’altra storia.
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Fonti:
V. Mortillaro – Guida per Palermo e pei suoi dintorni – 1836
R. La Duca – Palermo ieri e oggi – 1994
Wikipedia.org – Colonna dell’Immacolata (Palermo)