La Stazione Centrale di Palermo

Un luogo della memoria che nel secolo scorso ha cambiato il volto della città

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Parlando della Stazione Centrale di Palermo, non ci riferiamo solo ad un luogo fisico, parliamo di ricordi, di esperienze di vita ed emozioni. Per tutti noi che siamo cresciuti ed abbiamo vissuto nel suo circondario, la Stazione Centrale è stata un punto di riferimento, luogo incontro tra amici, “sotto l’orologio” (nel prospetto della Stazione era sottinteso!) era il motto consueto di darsi un appuntamento.

Come dimenticare la vita che pullulava sotto quei portici! Un andirivieni continuo di gente: viaggiatori, persone che frequentavano i negozi al suo interno, passeggeri che attraversavano i locali per prendere un pullman verso il paese.  
E quanti personaggi equivoci che frequentavano le banchine o i bagni pubblici cercando di adescare ingenui giovanotti!
E c’erano l’albergo diurno, la cappella, le edicole con i giornali, la biglietteria affollata… e quel bellissimo presepe che ogni anno veniva allestito dal Dopolavoro Ferroviario.

Sulle banchine viaggiatori sempre di corsa per salire sui vagoni, a volte superaffollati, e si sgomitava per accaparrarsi un posto…
Saluti, lacrime e gli arrivederci per il primo viaggio o la partenza dei giovani per la Leva militare.

E infine, “in carrozza, signori si parte!”: il capostazione con la sua divisa impeccabile e la paletta sollevata, dopo le ultime verifiche, soffiava nel fischietto e il treno si muoveva allontanandosi con quel non so che di magico che è rimasto nella memoria, mentre i fazzoletti venivano sventolati dai finestrini.

La storia della Stazione Centrale di Palermo inizia nel 1886

Questa era la Stazione Centrale nei ricordi degli anni ‘70, ma la sua storia ovviamente è molto più antica. Inizia il 7 giugno 1886, giorno della sua inaugurazione, dopo il preambolo della prima Stazione Ferroviaria di Palermo del 1861, costruita nella zona chiamata “del Secco”, poche centinaia di metri più arretrata rispetto a quella odierna. 

La necessità di realizzare una nuova Stazione Ferroviaria adeguata alle nuove esigenze di sviluppo del capoluogo siciliano era un fatto acclarato, ma per motivi, economici, politici e anche urbanistici, il progetto non riusciva a decollare. Neppure il luogo preciso dove collocare il nuovo impianto era molto chiaro. In un primo tempo, si pensò di costruire la nuova stazione di fronte Villa Giulia, tuttavia l’ipotesi non ebbe seguito, anche perché metteva a rischio sia Villa Giulia che l’Orto Botanico che avrebbero dovuto cedere parte della loro area.

Nel 1879, il progetto della Società delle Strade Ferrate Meridionali, redatto dall’ingegnere Pasquale Valsecchi, finalmente ebbe l’approvazione ministeriale: la nuova Stazione sarebbe stata costruita nell’area fuori le mura oltre la porta sant’Antonino, nel fondo Lo Verde, a quel tempo occupata prevalentemente da giardini e vigneti. 

Espropriai i terreni, fu necessario demolire le case della parte finale della via Lincoln, quelle del cortile Trippodo e del cortile Oreto (che sparirono dalla toponomastica cittadina). Il piazzale antistante il corpo centrale venne adornato con un giardino con al centro il monumento equestre di Vittorio Emanuele II, realizzato da Benedetto Civiletti (curiosamente la piazza fu poi dedicata a Giulio Cesare!). Lateralmente furono predisposti due spazi: il primo destinato ai passeggeri in arrivo, piazza Cupani; al lato opposto per quelli in partenza, l’odierna via Paolo Balsamo.

Il finanziamento di 2 milioni di lire per la realizzazione del progetto fu possibile grazie all’interessamento del palermitano Francesco Paolo Perez, a quel tempo ministro dei Lavori Pubblici.

Stazione Centrale di Palermo in una litorgafia
Stazione Centrale di Palermo in una litorgafia

Il fabbricato viaggiatori della Stazione Centrale di Palermo

Nel 1881 iniziarono i lavori per il fabbricato viaggiatori che presentava alcune modifiche rispetto a quello iniziale. In sostanza si trattò di prolungare e deviare leggermente i fasci dei binari della vecchia Stazione fino alla nuova struttura, costruita secondo i principi delle “stazioni di testa”, cioè dietro i paraurti terminali dei binari. 

La stazione centrale di Palermo - la tettoia metallica
La grande tettoia metallica prima che venisse dismessa

Il corpo principale fu costruito perpendicolarmente alla costruenda via Roma, con due prolungamenti laterali distanti tra loro circa 40 metri. L’edificio principale era a due piani, mentre i corpi laterali avevano un solo piano e fungevano da appoggio per una grande tettoia metallica che copriva i sei binari centrali: questa bella e scenografica tettoia in ferro e vetro venne dismessa durante la campagna “Ferro alla Patria” del periodo fascista.

La forma del fabbricato viaggiatori formava così una “U” con il fronte di 78 metri, su piazza Giulio Cesare, e le braccia laterali che raggiungevano i 105 metri. Tutt’intorno un bel porticato che raddoppiava nelle aree dei bracci laterali, per accogliere al coperto le carrozze dei viaggiatori in arrivo e partenza.

Nel pianterreno furono disposte le tre sale d’aspetto, un grande caffè e i vari uffici tecnici (merci, bagagli, poste, capostazione…). Un ammezzato per gli uffici e gli alloggi del personale, mentre nel piano superiore furono sistemate l’abitazione per il capostazione e gli uffici delle casse e dell’ispettorato governativo.

Il prospetto esterno fu decorato secondo la tendenza neoclassica dell’epoca: una serie di semicolonne in stile dorico al piano terra e grandi finestre bifore intervallate da semicolonne in stile ionico al primo piano. 
Sulla trabeazione dell’intercolunnio del primo piano e sulla sommità dell’edificio fu disposta una balaustra in pietra. La superficie del piano terra fu lasciata in calcarenite mentre il piano superiore venne intonacato in color rosa carne, con le balaustre ed i parapetti lasciati in pietra a faccia vista. Al primo piano, lateralmente al corpo centrale, si aprivano due terrazze, riproposte in seguito nel piano superiore, quando nei lavori eseguiti negli anni ‘60 fu aggiunto un secondo piano in stile con il resto dell’edificio.

Una speciale menzione va fatta per il frontone della facciata ed il “famoso” orologio punto di riferimento indimenticabile per tantissimi di noi. Una piccola curiosità: quello attuale non è quello originale, infatti il primo orologio venne sostituito perché rimase gravemente danneggiato durante il nubifragio che investì Palermo nel febbraio del 1931.  

L’interno della Stazione Centrale

Stazione Centrale di Palermo interno
Il vestibolo con le decorazioni visibili

Per la decorazione degli interni furono coinvolti Rocco Lentini, che aveva già decorato il Teatro Massimo, il Politeama e il palazzo Pretorio, insieme ad altri pittori in auge a quel tempo.

Delle decorazioni del caffè e delle tre sale d’aspetto rimangono solo gli affreschi nella sala di I classe con gli emblemi della Ferrovia, della Marina, dell’Aeronautica e del Telegrafo dipinti sul tetto ed i ritratti di artisti famosi, nelle pareti.
Anche gli atri e le lunette erano gioiosamente pitturati, anche se oggi sono rimaste solo le tempere del vestibolo orientale: nelle lunette sono raffigurati gli stemmi delle principali città siciliane mentre nella volta, un’aquila ad ali spiegate sormonta uno scudo sorretto da putti.

Nel corso degli anni, la Stazione Centrale di Palermo è stata più volte restaurata. Gli interventi più importanti furono realizzati negli anni ’50-60 quando oltre la sopraelevazione del fabbricato viaggiatori, furono migliorate le infrastrutture ed i servizi interni al complesso.
In quell’occasione fu sistemata la sala della biglietteria, vennero sostituiti gli orologi meccanici con quelli elettrici, allestiti nuovi servizi come il ristorante, l’albergo diurno, la cappella…

Un altro intervento di ristrutturazione che riguardò anche il prospetto fu eseguito in occasione dei Mondiali di Calcio “Italia 90”.

La Stazione Centrale oggi

Negli anni 2000 la Stazione centrale di Palermo è entrata a far parte del Network delle Grandi Stazioni Rail che si riprometteva di «valorizzare e reinventare lo spazio pubblico trasformando i complessi immobiliari delle grandi stazioni in “piazze urbane”. Da anonimi luoghi di transito le stazioni diventano centri servizi tra i più affollati d’Europa, punti d’incontro, luoghi d’arte, di eventi e cultura».

Certamente molto è cambiato rispetto agli anni 70. Oggi tutto è più moderno, adeguato agli “standard internazionali di qualità”. Il ristorante è stato sostituito da fast food delle catene internazionali ed è comparso anche qualche negozio di multinazionali famose. Tutto sembra più pulito… ma entrando, l’impressione è quella di trovarsi in una cattedrale nel deserto.

Sarà che viaggiare in treno ha perso il suo fascino, sarà che da Palermo non è facile collegarsi col resto dell’Italia, sarà che non è più un luogo che personalmente frequento…  ma tutte le volte che ci sono andato, ho notato quanto siano poche le persone circolano al suo interno. Le banchine sono vuote di treni e di viaggiatori, così come la biglietteria. I negozi storici, comprese le due edicole non ci sono più, non ho idea se la cappella sia ancora funzionante… insomma sembra non ci sia nulla di attraente e non ricordo di eventi importanti che siano stati organizzati al suo interno.

E poi, da quando hanno chiuso i bagni pubblici imponendo l’ingresso a pagamento, non si vede più quella frotta di vecchietti seduti nelle panchine che, nell’anonimato in cui costringe la città, avevano trovato nella Stazione Centrale un luogo di incontro e socializzazione.

Saverio Schirò

Fonti:

  • G. Gibilaro, La Stazione Centrale di Palermo, tesi di laurea Facoltà di Architettura Università degli Studi di Palermo, anno 2002/2003
  • Le stazioni ferroviarie di Palermo / a cura di Maria Carcasio, Salvatore Amoroso ; testi di Salvatore Amoroso … \et al.! ; in collaborazione con Direzione territoriale insulare delle Ferrovie dello Stato, Provincia regionale di Palermo
  • F. S. Marineo, La Stazione di Palermo Centralele origini, in Sicilia intreno.it
  • Wikipedia.org per le singole voci

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Saverio Schirò
Saverio Schiròhttps://gruppo3millennio.altervista.org/
Appassionato di Scienza, di Arte, di Teologia e di tutto ciò che è espressione della genialità umana.

2 COMMENTI

  1. Ho vissuto pure io nei pressi della stazione centrale e quei luoghi così bene descritti sono per me i luoghi del gioco nella piazzetta balsamo giocavamo a palla con le carriole dei portabagagli ci facevamo le corse con due o tre amici sopra quando avevamo 100 lire l’arancina al bar oppure il.cartoccio al bar Elena che ne costava meno.
    Congratulazioni Renato Bocina oggi avvocato

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