Parlare della storia delle mura di Palermo antica è come fare un affascinante viaggio nel tempo, dalle origini fenicie fino all’epoca moderna, attraversando più di due millenni di storia che hanno visto susseguirsi diverse dominazioni, ognuna delle quali ha lasciato la sua impronta anche nell’aspetto urbano.
Le mura di Palermo Punica (VIII-III secolo a.C.)
L’origine della città di Palermo risale intorno all’VIII secolo a.C., fondata da navigatori fenici su un promontorio roccioso circondato su tre lati dall’acqua. Questa posizione strategica rispondeva perfettamente alle esigenze di difesa dei Fenici e tuttavia, quando il nucleo urbano iniziale cominciò ad espandersi, gli abitanti sentirono l’esigenza di proteggersi innalzando una cortina muraria intorno al piccolo centro abitato.
Immaginate un piccolo insediamento arroccato in cima alla collina, protetto dal mare e racchiuso da possenti mura!
Queste prime mura erano costruite con grossi blocchi di calcarenite squadrati alla perfezione, disposti in filari alternati “di testa e di taglio”. Un vero capolavoro di precisione, assemblato senza malta! Pensate alla maestria di questi antichi costruttori!
Oggi, non è facile stabilire con precisione il percorso di queste antichissime mura, anche se gli studiosi hanno ipotizzato alcune soluzioni. Dovevano certamente circondare il primo insediamento urbano, la cosiddetta Paleopoli, dove oggi si trova il Palazzo Reale, sotto il quale, infatti, sono stati trovati resti di questa prima fortificazione. Ma dal momento che altri tratti di questa cinta sono stati trovati nel centro storico di Palermo, in via degli Schioppettieri, in via dei Candelai, nella Rua Formaggi, in Corso Alberto Amedeo, piazza Bellini… fa pensare che anche la Neapoli, il centro abitato che si sviluppò verso il mare, doveva avere la sua cinta muraria.
L’Eredità Romana e Bizantina (III secolo a.C. – IX secolo d.C.)
Dell’epoca romana e bizantina non abbiamo molte informazioni sulla topografia di Palermo e possiamo immaginare che le mura fossero quelle del periodo punico, magari rinforzate e ammodernate. Sappiamo per certo che Belisario, generale bizantino, quando conquistò Palermo nel VI secolo d.C. attaccò la città dal mare e dopo essere stato inizialmente respinto, “sotto le mura”, riuscì ad espugnarla posizionando i propri arcieri sugli alberi delle navi.
Le mura di Palermo Araba e l’espansione urbana (IX-XI secolo)
Con l’arrivo degli Arabi, Palermo si trasformò in una fiorente città di tipo islamico, chiamata Balarm. La città si espanse oltre il nucleo originario, dando vita a nuovi quartieri come la Hālisah (la Kalsa), una cittadella fortificata. Tra questi due insediamenti sorsero una serie di abitazioni, fondachi e botteghe, in mezzo ad ampi spazi coltivati, che diedero origine al cosiddetto rabat, il borgo.
Le fonti arabe del X secolo ci descrivono il Qasr protetto da possenti mura e dai fossati naturali rappresentati dai due fiumi Kemonia e Papireto, entro i quali si sviluppava la ”città interna” circondata da possenti mura in cui furono aperte nove porte. I sobborghi esterni vengono descritti privi di mura, a modello delle città arabe, eccetto la cittadella della Kalsa dove risiedeva l’Emiro.
Quando gli altri sobborghi sono stati protetti da una qualche fortificazione è un tema ancora dibattuto tra gli studiosi. Alcuni ipotizzano che una cortina muraria più ampia sia stata realizzata dalla fine del X secolo, sotto la dominazione islamica, come suggerito da alcune fonti arabe scoperte di recente, tuttavia, mancano ancora prove archeologiche definitive a supporto di questa teoria.
La conquista Normanna e la monumentale cerchia muraria (XI-XII secolo)
Nel 1072, i Normanni conquistarono la Sicilia, guidati da Roberto il Guiscardo e Ruggero d’Altavilla. La conquista normanna segnò l’inizio di una nuova era per Palermo. La città divenne capitale del Regno di Sicilia sotto Ruggero II nel 1130 e furono realizzate numerose opere monumentali, tra cui la seconda cinta muraria, che finalmente racchiuse tutti i quartieri della città.
Le mura normanne, lunghe circa quattro chilometri, erano un’opera davvero imponente. Immaginate questa enorme cinta di pietra che avvolgeva tutta la città! La loro costruzione, iniziata nella prima metà del XII secolo, richiese sicuramente un grande impegno di uomini e risorse. I resti di queste mura, ci mostrano una struttura a sacco, con due paramenti di blocchi di calcarenite squadrati, legati con malta di calce e sabbia, a circa due metri di distanza uno dall’altro, arrivando ad un’altezza media di circa 10 metri: un vero e proprio capolavoro di ingegneria militare!
Tratti di questa opera muraria sono ancora visibili in alcuni punti della città come presso porta sant’Agata, Porta Mazara, via delle mura di Montalto.
Il Cinquecento e l’avvento dell’Artiglieria
Con l’avvento dell’artiglieria nel XVI secolo, le vecchie mura medievali, con le sue torri quadrate facili bersagli dei nemici, non si mostrarono più sufficienti a difendere la città. Così, verso il 1535, l’ingegnere militare Antonio Ferramolino, su incarico del viceré Don Ferrante Gonzaga, progettò una nuova cinta muraria, con baluardi adatti a resistere ai colpi dei cannoni.
Le mura medievali vennero abbassate e incorporate nel nuovo sistema difensivo e a protezione dei punti più sensibili della città vennero progettati cinque bastioni.
In realtà, come testimoniato da una cartina del 1571, i bastioni costruiti nelle mura di Palermo, alla fine furono ben 12: di San Giorgio – di San Giuliano – di San Vito – di Papireto – di San Jacopo – di San Pietro al palazzo – di porta Mazara – di Sant’ Agata – di Sant’ Antonio – del Spasmo – di Veca – del Terremoto.
Dal XVIII Secolo ad oggi: la scomparsa delle mura di Palermo
A partire dal XVIII secolo, le esigenze difensive della città diminuirono. Le mura, ormai obsolete, vennero gradualmente demolite, inglobate in altre costruzioni, alcune trasformate in giardini pensili. Oggi, rimangono solo pochi tratti di queste antiche fortificazioni a testimonianza del ricco passato di Palermo e delle vicende urbane che l’hanno caratterizzata durante i secoli.
Degli antichi Baluardi sono ancora riconoscibili quello di San Pietro al Palazzo Reale, quello dello Spasimo nell’omonima chiesa, quello della Guccia o Papireto in corso Alberto Amedeo e quel che resta del Bastione di San Vito tra porta Carini e il teatro Massimo. Delle mura ampi brani sono ancora esistenti lungo il foro Italico, corso Alberto Amedeo e qua e là affiancate a quello che rimane delle antiche porte della città… ma questo sarà un altro argomento.
Saverio Schirò
Fonti:
- Elena Pezzini, Un tratto della cinta muraria della città di Palermo, in Mélanges de l’École française de Rome. Moyen-
- Age, tome 110, n°2. 1998. pp. 719-771; in persee.fr
- Roberta Sciortino, Archeologia del sistema fortificato medievale di Palermo. Nuovi dati per la conoscenza della seconda cinta muraria (tardo X-XII secolo), Archeologia Medievale XXXIII, 2006
- Giuseppe Russo, Fortificazioni e Spazio urbano a Palermo, tesi di laurea, Sapienza Università di Roma Facoltà di Lettere e Filosofia Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici in academia.edu
- Valeria Brunazzi, L’epoca della costruzione delle mura urbiche di Palermo e annotazione del rilievo di un loro tratto, appendice di “Palermo Medievale”, atti dell’VIII Colloquio Medievale tenutosi a Palermo dal 26 al 27 aprile 1989 in academia.edu
Ottimo articolo su quella che era l’imponente cerchia difensiva della nostra Città; peccato che ormai ne rimane ben poco!
Per valorizzare quello che rimane, basterebbe mettere qualche targa esplicativa: così un vecchio muro diventa un monumento!