Via Gibilrossa

    La via Gibilrossa va dalla via Ciaculli fino alla zona omonima, in territorio di Misilmeri.

    Il nome ha chiara derivazione araba e deriva dalle parole “gebel”, che significa monte, e “reis”, che significa capo o principio, infatti dal punto di vista geografico questo colle rappresenta la prima montagna alle porte della città.
    Storicamente è noto per aver fornito rifugio alle truppe siciliane, che qui si accamparono e bivaccarono le notti precedenti al 27 maggio 1860, data dell’arrivo di Garibaldi e dei Mille.
    Il 4 aprile 1882, in occasione del sesto centenario del Vespro, qui fu inaugurato un monumento disegnato da G.B. Basile, un obelisco piramidale sormontato da una stella. La commemorazione del monumento non riguardò soltanto il Vespro siciliano, ma anche la rivolta della Gancia e l’ingresso di Garibaldi a Palermo, per questo motivo su una facciata del monumento sono scolpite le celebri parole che l’eroe dei due mondi rivolse a Nino Bixio: “Nino, domani a Palermo”.
    In realtà alcuni storici, tra cui il siciliano Francesco Guardione, hanno messo in dubbio l’autenticità di questa frase, che potrebbe essere soltanto un invenzione di Salvatore Cappello, il patriota ed organizzatore delle cerimonie commemorative.

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