La via Nicolò Garzilli va da piazza S. Oliva alla piazza Goffredo Mameli.
Garzilli, nato a Napoli nel 1830, fu un patriota impegnato nella lotta antiborbonica. Trasferitosi a Palermo a soli quattro anni, fu da sempre contraddistinto da uno spirito estremamente precoce. A 7 anni conosceva già il latino, a 12 frequentò un corso di filosofia tenuto dal professore gesuita Giuseppe Romano e a 15 anni entrò all’Università. A 17 anni pubblicò il suo primo saggio filosofico.
Da sempre ostile ai Borboni, nel 1848 partecipò alla rivoluzione, combattendo in prima linea e guadagnandosi la carica di tenente di fanteria per il suo valore sul campo di battaglia. Nel maggio dello stesso anno prese parte alla spedizione di Calabria guidata dal generale Ribotti, che si risolse con la disfatta dell’esercito antiborbonico. In questa occasione Garzilli fu catturato e deportato a Capua, dove fu imprigionato per un periodo.
Tornato in libertà Nicolò Garzilli tornò a Palermo, dove rientrò a fare parte dei cospiratori, organizzando l’attentato della Fieravecchia. Tuttavia questo attentato fallì miseramente a causa del tradimento di uno dei congiurati e Garzilli fu catturato e fucilato insieme ad altri cinque compagni.
Una lapide, murata alla Fieravecchia (attuale Piazza Rivoluzione), ricorda ancora il sacrificio di Nicolò Garzilli e dei suoi compagni.