Quando c’è caldo a Palermo qualcuno sbuffa, lamentandosi e maledicendo il riscaldamento globale. Sappiate però che non si tratta di un problema nuovo, anzi! Oggi abbiamo molti modi per combatterlo, tuttavia una volta i mezzi per contrastarlo non erano così numerosi ed erano in pochi a potersi permettere uno dei rimedi contro l’afa estiva, gli altri potevano solo limitarsi a rinfrescarsi con ventagli e pezze bagnate.
Vediamo cosa ci raccontano i libri di storia.
Storia del caldo a Palermo
Il clima mediterraneo di Palermo è notevolmente invidiato in tutta Europa, tuttavia le nostre estati afose hanno sempre rappresentato un problema, sin dai tempi delle prime colonizzazioni, ovvero sin da quando non esisteva l’effetto serra, così come non esistevano i benedettissimi ventilatori (per non parlare dei condizionatori – Santi Subito!). Nonostante l’universalità del problema, che sicuramente colpiva tutta la popolazione, senza differenza di ceto o di classe sociale, esistevano dei rimedi che solo le classi più agiate potevano permettersi.
Premettiamo che il “problema afa” iniziò a farsi pressante a Palermo, dopo il ‘500 quando, con l’innalzamento della nuova cinta muraria, la città si ritrovò a “ristagnare” nel proprio caldo umido, con gli alti baluardi che impedivano la circolazione dell’aria. Nei piccoli vicoli, grazie all’ombra costante, il caldo era più tollerabile, ma sulle strade principali, dove anche i nobili avevano le proprie abitazioni, l’afa richiese importanti contromisure.
L’aristocrazia palermitana iniziò così a trasferirsi in apposite case di villeggiatura, costruite per lo più nella zona di Bagheria o della Piana dei Colli. In queste località, sicuramente più ventilate, molte ville disponevano anche di una camera dello scirocco, ovvero ambienti sotterranei nei quali i signori e le loro corti si rifugiavano in attesa della fine dei giorni più caldi. Qui dame e cicisbei si riunivano “a conversazione”, gustando bevande ghiacciate ottenute grazie all’uso della neve, sviluppando discorsi piccanti ed intrattenendo relazioni (in genere di natura extraconiugale: vedi Libertà sessuale nella Palermo del 700) con la dama o il cicisbeo di turno.
Dunque è proprio grazie al clima estivo, talvolta inclemente, che Palermo iniziò a popolarsi di meravigliose ville e tenute estive, che oggi rappresentano alcuni dei patrimoni artistici e architettonici più importanti della città. Alcune tra le più rilevanti ville costruite nei dintorni di Palermo, sono Villa Niscemi ai Colli, Villa Trabia alle Terre Rosse, la Palazzina Cinese e villa Palagonia a Bagheria, ma la lista potrebbe essere molto più lunga.
Nel frattempo, nei curtigghi e nelle vanedde di Palermo, dove abitava il popolo, tra affanno e sudore, si cercava di superare i proverbiali “tre giorni” di scirocco, invocando tutti i santi affinché mandassero una pioggia ristoratrice sul capo dei poveri e sofferenti palermitani.
Samuele Schirò
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