La via Argisto Giuffredi va da via D’Ossuna al corso Finocchiaro Aprile.
Argisto Giuffredi era un letterato e poeta palermitano, nato intorno al 1535 e morto nel 1593. Si conosce pochissimo della sua vita. Fu segretario del Senato palermitano e lavorò al servizio del vescovo di Patti. Membro dell’Accademia degli Accesi e degli Irresoluti, Giuffredi non ebbe una vita tranquilla, anche a causa del suo carattere indomito che gli causò parecchie inimicizie. A causa di una bega, nell’agosto 1593 fu rinchiuso nel Castello a Mare, dove pochi giorni dopo morì a causa dello scoppio fortuito di una polveriera. Era con lui l’amico e poeta Antonio Veneziano, anch’egli vittima dell’esplosione.
Scrisse numerose poesie, in siciliano, in italiano e in spagnolo. Chiaramente ispirato dal Petrarca, scrisse molti versi che furono poi pubblicati nella raccolta “Rime” dell’Accademia degli Accesi. Lasciò anche un trattato delle glorie umane ed alcuni scritti assolutamente innovativi sull’abolizione della pena di morte, idea che precedette di circa due secoli i grandi successi di Cesare Beccaria.